Professionisti alleati della politica per la semplificazione
di Gaetano Stella
Presidente di Confprofessioni
La Commissione bicamerale per la semplificazione ha avviato un’indagine conoscitiva in materia fiscale, che riveste una delle sfide più impegnative e più decisive per il futuro del nostro Paese. Il fisco è infatti lo specchio del rapporto tra Stato e cittadini, ma anche il termometro della qualità della nostra democrazia. Gran parte del disagio espresso dai cittadini nei confronti delle istituzioni e della politica, così come la sfiducia dei soggetti economici italiani e degli investitori internazionali nei confronti del sistema Paese, derivano dalla complessità del sistema fiscale. Lo scorso 4 aprile abbiamo evidenziato al presidente della Commissione bicamerale, Bruno Tabacci, che non si tratta solo questione di carico fiscale eccessivo – che va snellito a partire dalla revisione della platea soggetta all’Irap fino al taglio del costo del lavoro – ma è soprattutto un problema di eccesso di intermediazione burocratica e di complessità del quadro normativo. Il lavoro che attende la Commissione è quindi difficile e complesso, poiché occorre investire con seria convinzione nelle semplificazioni fiscali, renderle una priorità per il risanamento della nostra economia; recuperare i principi di correttezza nel rapporto fisco-contribuente enunciati nello Statuto del contribuente; facilitare gli adempimenti, specie per professionisti e imprese, anche attraverso la valorizzazione degli strumenti di raccordo tra privati e P.A.
Negli ultimi anni, i diversi Governi che si sono succeduti hanno perseguito l’obiettivo della semplificazione fiscale e amministrativa. Troppo spesso, però, tali interventi si sono rivelati come il frutto di posizioni demagogiche utili da spendere sul mercato elettorale, senza peraltro riuscire a incidere significativamente sui reali fabbisogni di semplificazione dei cittadini, delle imprese e dei professionisti nel loro rapporto con il fisco. In un settore tanto complesso come quello della normativa fiscale non si può più improvvisare e l’obiettivo della semplificazione può essere raggiunto soltanto a due condizioni. La prima riguarda gli adempimenti di attuazione ed esecuzione delle norme generali. Se non assenti o ignorati, i decreti attuativi vengono rinviati a interventi diluiti nel tempo o risultano parziali e contraddittori rispetto agli intenti delle riforme. La seconda condizione riguarda il coinvolgimento delle categorie coinvolte nei processi amministrativi e fiscali: in settori tanto complessi – nei quali si determina una necessaria collaborazione tra pubblica amministrazione, professionisti intermediari, e privati – la condivisione degli obiettivi di semplificazione è un essenziale requisito di precisione tecnica e di funzionalità del sistema.
Nella stagione delle recenti riforme fiscali – pur notevole dal punto di vista della mole degli interventi normativi proposti – questa attenzione alla condivisione con le parti sociali è risultata insoddisfacente. Tanto le rappresentanze istituzionali dei professionisti (albi e ordini professionali) quanto le libere associazioni dei professionisti che Confprofessioni raccoglie al proprio interno sono state marginalizzate a monte del processo di semplificazione e, a valle, hanno dovuto subire riforme, più o meno efficaci, come imposizioni calate dall’alto. Per inciso, alcune delle “semplificazioni” recentemente sbandierate sono avvenute sulla pelle dei professionisti: l’alleggerimento di attività amministrative si è infatti tradotto in un aggravio delle incombenze a carico dei professionisti, spesso senza alcuna contropartita e, soprattutto senza alcun beneficio reale per i cittadini. Abbiamo detto chiaramente ai rappresentanti della Commissione bicamerale che i liberi professioni non sono un ostacolo alla modernizzazione e alla sburocratizzazione della macchina dello Stato, ma possono e devono essere considerati un partner strategico per il Governo e il Parlamento, soprattutto quando si tratta di individuare e condividere le misure di semplificazione a vantaggio del miglior funzionamento di processi complessi e indirettamente della crescita economica del Paese.