10 novembre 2020, giornata della parità retributiva

Il 10 novembre segna il giorno in cui le donne smettono simbolicamente di guadagnare se confrontate con i propri colleghi che svolgono lo stesso lavoro Nel 2020 la Giornata Europea della Parità Retributiva cade il 10 novembre, e segna il giorno in cui le donne smettono simbolicamente di guadagnare se confrontate con i propri colleghi che svolgono
Il 10 novembre segna il giorno in cui le donne smettono simbolicamente di guadagnare se confrontate con i propri colleghi che svolgono lo stesso lavoro

Nel 2020 la Giornata Europea della Parità Retributiva cade il 10 novembre, e segna il giorno in cui le donne smettono simbolicamente di guadagnare se confrontate con i propri colleghi che svolgono lo stesso lavoro.

 

“Secondo gli ultimi dati Eurostat, nell’Unione Europea il divario retributivo di genere si è leggermente ridotto rispetto allo scorso anno, passando dal 14,5% al 14,1%” – si legge nel sito della Commissione. Le donne in Europa sono quindi pagate il 14,1% in meno rispetto agli uomini, quota che corrisponde a poco meno di due mesi di lavoro non retribuito.

 

«Donne e uomini sono uguali. L’Europa sta cercando di riprendersi dalla crisi economica causata dalla pandemia e per farlo ha bisogno di tutti i talenti e di tutte le competenze disponibili. Il lavoro delle donne tuttavia non è riconosciuto al pari di quello dei colleghi uomini. In tutta Europa le donne guadagnano ancora in media 86 centesimi per ogni euro guadagnato da un uomo. Lavorano quindi 51 giorni in più per guadagnare lo stesso stipendio dei colleghi maschi» – si legge nella dichiarazione congiunta rilasciata da Věra Jourová, Vicepresidente per i Valori e la trasparenza, Nicolas Schmit, Commissario per il Lavoro e i diritti sociali e Helena Dalli, Commissaria per l’Uguaglianza. «Tutto questo non è solo ingiusto, è contrario a ciò che questa Unione rappresenta. Sono trascorsi più di 60 anni da quando il diritto alla parità retributiva è stato sancito nei trattati dell’UE. Al ritmo attuale ci vorrebbero decenni, se non secoli, per raggiungere l’uguaglianza. Ciò non è accettabile, dobbiamo accelerare e ridurre a zero il divario retributivo. Qualche mese fa abbiamo presentato la strategia per la parità tra donne e uomini in Europa, che prevede misure volte a colmare il divario retributivo. E non ci fermeremo qui. Qualsiasi discriminazione retributiva residua e qualsiasi pregiudizio di genere nelle strutture retributive deve finire. Nelle prossime settimane proporremo l’introduzione di misure vincolanti in materia di trasparenza retributiva».

 

I fattori dietro al gender pay gap sono diversi: le donne più spesso degli uomini lavorano part-time, faticano nell’abbattere il soffitto di cristallo, lavorano in settori e posizioni pagate meno, sono pagate meno per lo stesso lavoro o per un lavoro di uguale valore, oltre ad essere spesso le principali responsabili anche della gestione domestica e familiare nella propria vita privata. 

 

Nove europei su dieci, uomini e donne, pensano sia inaccettabile che una donna venga pagata meno di un uomo per lo stesso lavoro. Inoltre i lavoratori europei concordano sulla necessità di rendere i salari trasparenti: il 64% degli intervistati si è detto a favore della pubblicazione del salario medio per tipo di lavoro e genere nella propria azienda.

 

Continua a leggere sul sito della Commissione Europea: https://bit.ly/3piNGfa