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15 Marzo, giornata del Fiocchetto Lilla per i disturbi alimentari

La rubrica Progetto Spazio Psicologico a cura di PLP

di Rosalba Contentezza
Psicologa e psicoterapeuta
Presidente PLP Sicilia

Il 15 marzo si avvicina e, come ogni anno, sarà la giornata dedicata ai Disturbi Alimentari.

È un giorno importante che ha l’intento di accendere i riflettori su un disturbo che è molto più diffuso e pericoloso di quanto possiamo pensare e che registra un preoccupante numero di vittime ogni anno perché, sì, di disturbi alimentari si può morire.

Cosa vuol dire Nutrirsi?

Nutrirsi è un comportamento istintivo al servizio della vita, contempla complessi processi fisiologici e biologici e al contempo è anche un atto strettamente connesso alla vita relazionale, affettiva, sociale e culturale.

La prima relazione umana, alla nascita, è basata sulla somministrazione del cibo. La disponibilità di alimenti e la loro qualità determina una collocazione sociale specifica. Le modalità con le quali il cibo viene trattato, cucinato e somministrato sono determinate dalla cultura di appartenenza. Il cibo è anche celebrazione, esaltazione, spiritualità, forma e socialità. Se ci fermiamo per un momento a riflettere possiamo ricordare le innumerevoli volte in cui siamo stati protagonisti o invitati a celebrazioni ed eventi che si svolgevano attorno ad una tavola imbandita. Un pretesto per socializzare, dal rituale del caffè con i colleghi alle cene romantiche, passando per quelle aziendali. Ogni evento sociale ha comunque un passaggio sulla tavola, e persino quando guardiamo alla religione troviamo cibo come nutrimento simbolico o come offerta.

Quando mangiamo stiamo agendo non soltanto spinti da un istinto alla sopravvivenza ma stiamo manifestando tutti i nostri mondi, dagli affetti ai desideri, dalla spiritualità alla passione, dal passato al futuro. Mente e corpo sono una realtà inseparabile e le nuove scoperte delle neuroscienze dimostrano quanto la nostra mente sia presente e pregnante, che ne siamo consapevoli o meno, in ogni singola azione della nostra quotidianità.

Ci nutriamo di alimenti ma anche di emozioni e relazioni.

Cosa è un disturbo alimentare?

Molto lontani da un immaginario che descrive le persone affette da un disturbo alimentare come ragazzine viziate e capricciose o persone prive di qualunque affidabilità e consistenza, in realtà chi è affetto da un disturbo alimentare fa diventare il proprio corpo un palcoscenico nel quale vanno in scena le proprie sofferenze, diventando inevitabilmente carnefice di se stesso. Quando una persona manifesta un rapporto alterato con il cibo, il corpo e il peso, per un tempo consistente tanto da mettere a rischio la propria salute generale siamo di fronte ad un Disturbo Alimentare.

Sono universi indicibili di dolore e frustrazione, di abusi e umiliazioni, di conflitti e relazioni difficili, di problemi affettivi, di poca cura di sé e disistima, di paure e fragilità nascoste che prendono forma attraverso il rapporto con il cibo, la bilancia o lo specchio. Si attivano pensieri difficili da sostenere che invadono e pervadono ogni singolo aspetto della vita. Ci sono corpi che iniziano a soffrire e a non funzionare più correttamente, persone che svaniscono. Ogni diagnosi specifica è un mondo di sofferenza per chi ne soffre e per i suoi cari.

Cosa possiamo fare?

Celebrare il 15 marzo è fermarsi un momento e dedicare attenzione a un mondo invisibile, eppure reale di chi soffre di Disturbi Alimentari, che vive attorno a noi e necessita di cure specialistiche, spesso difficili da trovare. Come quando all’inizio di una partita ci si ferma per un minuto di silenzio, 60 secondi in cui dedichiamo un pensiero, quello che fa la differenza.