Alle Commissioni parlamentari non serve la professionalità dei consulenti incaricati

Riportiamo il comunicato stampa congiunto ADC-ANC diffuso il 4 marzo 2020 L’approvazione, questa mattina, del Regolamento della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, da parte della preposta Commissione, ha recepito l’emendamento che prevede la prestazione “a titolo gratuito” da parte dei consulenti esterni che saranno chiamati a collaborare. Nonostante la pioggia di  appelli
Riportiamo il comunicato stampa congiunto ADC-ANC diffuso il 4 marzo 2020

L’approvazione, questa mattina, del Regolamento della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, da parte della preposta Commissione, ha recepito l’emendamento che prevede la prestazione “a titolo gratuito” da parte dei consulenti esterni che saranno chiamati a collaborare.

Nonostante la pioggia di  appelli al redde rationem da parte di istituzioni e associazioni professionali, per la prima volta compatti su un’unica linea che ha trovato d’accordo Ordini, Casse di previdenza e Associazioni (CNDCEC, ADC-ANC, Confprofessioni, Adepp, Cup, Attuari, Rete Professioni Tecniche, Aiga), e nonostante il parere negativo e trasversale di esponenti parlamentari, non c’è stato alcun cambio di rotta rispetto alla bozza presentata e il colpo al principio dell’Equo compenso (da poco riconosciuto dallo stesso Parlamento) è stato inferto. Il modo risoluto con cui la politica ha alzato un muro nei confronti del mondo delle professioni, negando una seppur minima concessione alla previsione di un compenso, sembra una prova di forza forse prodromica di ulteriori attacchi futuri.

In sostanza, la Commissione ha deciso di affidarsi, per affrontare una materia complessa e delicata come quella del sistema bancario e finanziario, a prestazioni gratuite, calpestando anni di battaglie, da parte del comparto delle professioni intellettuali, contro una selvaggia deregulation che provoca la fuga dalle professioni ordinistiche di tanti giovani.

Il paradosso che esprime questo regolamento prende forma in modo ancor più evidente se pensiamo che all’interno dei nostri studi di commercialisti non possiamo neanche elaborare a titolo gratuito le dichiarazioni dei redditi dei nostri familiari, senza incorrere nel rischio di diventare “fiscalmente inaffidabile” secondo i parametri Isa.

Inoltre, come si può sperare di assicurarsi la collaborazione da categorie così pesantemente umiliate? E quale sarà la qualità della prestazione che si andrà ad ottenere? Ci chiediamo se il Paese, in una materia tanto spinosa e dibattuta, può permettersi di rischiare di avvalersi di analisi e relazioni non all’altezza dell’obiettivo che la Commissione si pone.

Il lavoro professionale prestato dietro l’accettazione di un corrispettivo equivalente a un rimborso spese dovrebbe essere sottoposto all’attenzione e alle sanzioni delle commissioni disciplinari degli ordini, in quanto lede le norme deontologiche della leale concorrenza tra professionisti.

ADC e ANC si augurano che ci sia una marcia indietro da parte della Commissione e che il Legislatore si rammenti di essere anche un riferimento etico, nel momento in cui stabilisce delle regole valide solo per sé.