Lavoratori autonomi, arriva la maternità  e la pensione

Via libera dell’Unione europea alla direttiva che estende la protezione sociale al 16% della popolazione europea I lavoratori autonomi e i loro conviventi beneficeranno di una migliore protezione sociale comprendente per la prima volta il diritto al congedo di maternità, grazie al nuovo atto legislativo dell’Ue entrato in vigore il 4 agosto 2010. La direttiva,
Via libera dell’Unione europea alla direttiva che estende la protezione sociale al 16% della popolazione europea

I lavoratori autonomi e i loro conviventi beneficeranno di una migliore protezione sociale comprendente per la prima volta il diritto al congedo di maternità, grazie al nuovo atto legislativo dell’Ue entrato in vigore il 4 agosto 2010. La direttiva, approvata il 18 maggio dal Parlamento europeo e il 7 giugno dagli Stati membri dell’UE (IP/10/699), migliora notevolmente la protezione delle lavoratrici autonome e delle coniugi o conviventi che partecipano alle attività dei lavoratori autonomi, in particolare in caso di maternità, permettendo a chi lo desidera di ottenere un’indennità e un congedo di maternità di almeno 14 settimane. È la prima volta, a livello dell’UE, che viene concessa un’indennità di maternità alle lavoratrici autonome. La direttiva, che riguarda i lavoratori autonomi e i coniugi che partecipano alle loro attività (direttiva 2010/41/UE), abroga e sostituisce una direttiva precedente (direttiva 86/613/CEE) migliorando i diritti in materia di protezione sociale per milioni di donne sul mercato del lavoro, rafforzando l’imprenditoria femminile. Attualmente le donne rappresentano appena un terzo degli imprenditori.

In Europa il lavoro autonomo è una forma di occupazione, che rappresenta circa il 16% della popolazione attiva. Circa l’11% dei lavoratori autonomi in Europa contano sull’aiuto di coniugi e conviventi che lavorano a titolo informale nell’ambito di piccole imprese familiari, quali un’azienda agricola o uno studio medico locale. Questi coniugi collaboratori sono tradizionalmente del tutto dipendenti dai loro conviventi e, in quanto tali, ad alto rischio di povertà in caso di divorzio, o decesso o fallimento dei conviventi stessi.

"Con l’entrata in vigore di questa nuova direttiva, l’Europa compie un passo importante verso una maggior protezione sociale e verso la parità dei diritti economici e sociali per uomini e donne che svolgono un lavoro autonomo e per i loro conviventi", ha dichiarato Viviane Reding, commissaria UE responsabile del portafoglio Giustizia, diritti fondamentali e cittadinanza e vicepresidente della Commissione europea. "La nuova disposizione europea garantisce in pratica la completa parità tra uomini e donne nella vita professionale, promuovendo l’imprenditorialità femminile e offrendo alle donne che esercitano un’attività autonoma una migliore protezione in materia di sicurezza sociale. Faccio appello a tutti gli Stati membri affinché avviino prontamente l’attuazione della direttiva, in modo che i nostri cittadini possano apprezzarne i vantaggi nella loro vita quotidiana".

Infine, anche la disposizione sulla protezione sociale per coniugi e conviventi che partecipano alle attività dei lavoratori autonomi (riconosciute in quanto tali dalla normativa nazionale) costituisce un notevole miglioramento rispetto alla direttiva del 1986: viene garantitoil diritto a una copertura di sicurezza sociale (ad esempio alle pensioni) sulla stessa base di coloro che esercitano un’attività autonoma a titolo formale, laddove gli Stati membri offrono tale protezione ai lavoratori autonomi, tale norma rafforza la rete previdenziale e protegge le donne dal rischio della povertà. Gli Stati membri dovranno adesso introdurre la direttiva nelle legislazioni nazionali entro due anni, termine che potrà essere prolungato di altri due anni solo in casi di particolari difficoltà, per attuare le disposizioni applicabili ai coniugi.

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