PNRR, Confprofessioni: Eliminare i “colli di bottiglia”

La vicepresidente di Confprofessioni, notaio Claudia Alessandrelli, in audizione alla Camera sul decreto di governance del piano nazionale di ripresa e resilienza. La priorità è la semplificazione amministrativa

«Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta una straordinaria occasione per la modernizzazione e la ripresa economica del nostro Paese all’indomani della pandemia. Ma per far marciare rapidamente il PNRR è indispensabile eliminare i “colli di bottiglia” che potrebbero ritardare gli investimenti e l’attuazione dei progetti, mettendo a rischio l’intera strategia di rilancio». Questo l’appello lanciato alla Camera dal vicepresidente di Confprofessioni, Claudia Alessandrelli, intervenuta oggi in audizione presso le Commissioni riunite Affari Costituzionali e Ambiente sul Decreto legge n. 77/2021 “Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure”.

«Condividiamo l’indirizzo espresso nel Decreto legge – ha dichiarato Alessandrelli – fondato, da un lato, su individuazione, definizione e disciplina della governance del PNRR, e dall’altro, su accelerazione e snellimento delle procedure per favorire sia la transizione energetica che quella digitale, per rendere più veloci e certi non solo i progetti e gli interventi previsti nel Piano, ma anche per snellire le procedure della vita quotidiana di cittadini e imprese, oltre che rafforzarne i diritti». Per la Confederazione, la regolamentazione del metodo di governance e le procedure sono infatti i due nodi da sciogliere in merito alla mobilitazione delle risorse europee e alla progettazione del PNRR. A tal proposito, Alessandrelli auspica il coinvolgimento dei liberi professionisti nell’ambito della consulenza ad aziende e istituzioni, sottolineando lo sviluppo di nuove e specifiche professionalità, emerse negli ultimi anni all’interno delle libere professioni tradizionali, capaci di intercettare e gestire al meglio le risorse dei fondi europei. Secondo la Confederazione è necessario ampliare e incentivare il ricorso ai professionisti, proponendo una premialità fiscale per coloro che ne fanno ricorso e la copertura delle spese di progettazione sostenute dalle imprese per le attività erogate dai professionisti incaricati della gestione delle pratiche.

La transizione digitale della Pubblica Amministrazione non può prescindere da una preventiva e rigorosa opera di semplificazione, in attuazione del principio europeo “Once – only”. Il ricorso sistematico alle tecnologie digitali già oggi consente di snellire i procedimenti amministrativi e di alleggerire i carichi burocratici. L’interoperabilità delle banche dati delle Amministrazioni e il potenziamento della Piattaforma Digitale nazionale Dati, per esempio, possono evitare ai cittadini e imprese di fornire le stesse informazioni ad enti diversi, riducendo i costi di erogazione per le stesse Amministrazioni e migliorando la qualità, l’accessibilità e la tempestività agli atti. «Si tratta ora di reingegnerizzare le procedure, i procedimenti e i controlli – ha aggiunto Alessandrelli – e a tal fine, per fronteggiare la mancanza di personale interno specializzato, si renderà necessario ricorrere a collaborazioni esterne con i professionisti. Del resto il recente “Decreto Reclutamento” va nella giusta direzione».

Il PNRR, tra fondi europei e fondo nazionale, attribuisce 70 miliardi di euro alla transizione energetica, tuttavia, «la transizione ecologica e gli investimenti per la Green economy rischiano di essere bloccati – ha aggiunto Alessandrelli – se non si attua la semplificazione delle pratiche autorizzative per le fonti rinnovabili, le infrastrutture energetiche, gli impianti di produzione e la bonifica dei siti contaminati». E sul tema del Superbonus 110%, introdotto dal Decreto Rilancio e modificato dal Decreto 77/2021, Confprofessioni ha evidenziato alcune criticità e problematiche riscontrate nella normativa, dalla sua interpretazione alla declinazione pratica, invocando l’urgenza di un testo unico delle norme che riguardano questo importante provvedimento, per il quale il prolungamento quanto meno al 31 dicembre 2023, rappresenterebbe un arco temporale compatibile con tutte le modifiche ed aggiornamenti che hanno seguito il suo nascere, tenendo presente che il tempo minimo per un intervento in condominio è di circa 18 mesi.

Perplessità e preoccupazioni anche sull’ultima modifica (la quinta) apportata alla normativa del Superbonus dal Decreto 77/2021. Al pari delle altre agevolazioni (ad esempio Bonus Facciate), per la fruizione del Superbonus 110% non sarà più necessaria l’attestazione dello stato legittimo dell’edificio. Gli interventi previsti per l’efficientamento energetico potranno infatti essere realizzati con una semplice CILA (ad eccezione delle opere di demolizione e ricostruzione). Tuttavia con una norma di chiusura viene mantenuta impregiudicata ogni valutazione circa la legittimità dell’immobile oggetto di intervento da parte degli enti preposti ai controlli, con conseguente applicazione dell’ordine immediato di sospensione dei lavori o con successive misure repressive che restano competenza della P.A. (ordine di rimessa in pristino, demolizione etc.).

«Quindi, nei fatti, il problema non si è risolto ma, anzi, si è aggravato perché ha creato la speranza di una strada più rapida, che in molti si affretteranno anche con superficialità a percorrere, non sufficientemente consci dei rischi insiti in una semplificazione non supportata da una visione strategica e tecnica di insieme», ha concluso Alessandrelli. «Al punto che, come nel gioco dell’oca, sembra di essere arretrati di tre caselle…In sostanza: sono state cambiate 5 volte in un anno le “regole del gioco” e mai una volta si è riuscito a delineare un quadro chiaro, coerente ed omogeneo».

Il testo dell’audizione è disponibile negli allegati.

 

ALLEGATI

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