Politiche di coesione, via libera al pacchetto 2014-2020

Il Consiglio dell’Unione europea ha approvato un pacchetto di misure per promuovere lo sviluppo regionale. All’Italia destinati 29 miliardi di euro Un terzo del bilancio europeo per ridurre le disparità tra le varie regioni europee. Ammonta infatti a 325 miliardi di euro il budget destinato alle politiche di coesione per il periodo 2014-2020, approvato lo
Il Consiglio dell’Unione europea ha approvato un pacchetto di misure per promuovere lo sviluppo regionale. All’Italia destinati 29 miliardi di euro

Un terzo del bilancio europeo per ridurre le disparità tra le varie regioni europee. Ammonta infatti a 325 miliardi di euro il budget destinato alle politiche di coesione per il periodo 2014-2020, approvato lo scorso 16 dicembre dal Consiglio dell’Unione europea. Dopo oltre due anni di negoziazione, il pacchetto mira alla promozione dello sviluppo regionale attraverso una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
Le nuove misure si articolano su un regolamento comune e cinque regolamenti specifici corrispondenti ai cinque fondi strutturali (Fondo europeo di sviluppo regionale –FESR, Fondo sociale europeo – FSE, Fondo di coesione, Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale – FEASR, Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, FEAMP). Tra le aree prioritarie d’intervento vengono indicate l’efficienza energetica e le energie rinnovabili, la ricerca e l’innovazione, il sostegno alla competitività delle PMI, l’accesso alle Tlc, la lotta all’esclusione sociale e alla povertà, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la prevenzione dei rischi, il settore idrico e quello dello smaltimento dei rifiuti, l’ambiente urbano.
Diversamente da quanto avveniva nella programmazione precedente, un unico quadro strategico garantirà un miglior coordinamento tra i cinque fondi e gli altri strumenti europei, nonché la comune aderenza agli obiettivi di Europa 2020. Un’altra novità è la creazione della nuova categoria delle regioni in transizione, il cui PIL pro capite è compreso tra il 75% e il 90% rispetto alla media europea, al fine di ammorbidire la transizione tra regioni sviluppate e meno sviluppate.
L’intero pacchetto punta all’orientamento, al risultato e all’ottimizzazione dell’efficacia dei finanziamenti attraverso una serie si strumenti quali: la cosiddetta “riserva di efficacia ed efficienza” destinata ai migliori progetti, pari al 6% della dotazione nazionale; la condizionalità ex-ante, ossia una serie di requisiti preliminari all’assegnazione dei fondi; la condizionalità macroeconomica, per assicurare che l’efficacia dei fondi non sia compromessa dalla governance economica; una maggiore semplificazione della politica, che comprende ad esempio l’armonizzazione dei requisiti di idoneità.
Per quanto riguarda l’Italia, la dotazione nazionale è pari a 29 miliardi: 20 miliardi per le regioni meno sviluppate (Basilicata, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia), 1 miliardo per le regioni in transizione (Abruzzo, Molise e Sardegna) e 7 miliardi per le restanti regioni sviluppate.

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