Prove tecniche di futuro per i liberi professionisti di tutta la penisola

Si aprirà il prossimo 21 novembre a Roma il Congresso nazionale di Confprofessioni. Al centro dei lavori una digital strategy per le libere professioni, aspettando politiche mirate per governare la transizione verso l’economia 4.0 È scattato il conto alla rovescia che porterà all’Auditorium Antonianum di Roma centinaia di liberi professionisti provenienti da tutta Italia. L’appuntamento
Si aprirà il prossimo 21 novembre a Roma il Congresso nazionale di Confprofessioni. Al centro dei lavori una digital strategy per le libere professioni, aspettando politiche mirate per governare la transizione verso l’economia 4.0

È scattato il conto alla rovescia che porterà all’Auditorium Antonianum di Roma centinaia di liberi professionisti provenienti da tutta Italia. L’appuntamento del Congresso nazionale di Confprofessioni, fissato il prossimo 21 novembre, si preannuncia infatti ricco di personalità, approfondimenti ed eventi che puntano a individuare innovativi percorsi di crescita, tesi a orientare le professioni verso un nuovo modo di interpretare il lavoro intellettuale, mantenendo però i piedi ben piantati per terra.

 

“Ritorno al futuro. I professionisti domani verso lo sviluppo digitale”: già il titolo scelto per l’assise confederale proietta verso una dimensione in continua ebollizione, caratterizzata da profonde trasformazioni legate all’innovazione tecnologica e allo sviluppo di nuovi modelli organizzativi, che impongono un nuovo paradigma del concetto stesso di professione. E oggi non si tratta più di una scelta di libero arbitrio, ma di un imperativo categorico per rimanere su un mercato sempre più polarizzato, come conferma la fotografia scattata dal “Rapporto 2019 sulle libere professioni in Italia” – curata dal professor Paolo Feltrin, direttore scientifico dell’Osservatorio delle libere professioni – che aprirà i lavori congressuali.

 

In una fase di transizione economica e sociale, come quella che sta attraversando l’intero universo professionale, la scommessa di saper governare i processi di cambiamento della professione, ma soprattutto quelli che coinvolgono le trasformazioni socio-economiche del Paese è il mantra che permea l’intero programma del Congresso 2019 di Confprofessioni. Una duplice sfida che, da un lato, mira a ridisegnare il perimetro delle competenze professionali in un mercato dominato dai nuovi dogmi dell’economia digitale; dall’altro, incide sul rapporto quotidiano che lega il professionista alla Pubblica Amministrazione, alla società e alle imprese in ogni ambito di attività: dalla salute dei cittadini alla tutela dell’ambiente, dalla certezza del diritto allo sviluppo dell’economia e del lavoro. Molto attese le proposte che emergeranno in questo senso dalla relazione del presidente Gaetano Stella, come pure le risposte attese dagli interventi politici dei vertici del Governo e del Parlamento: dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri; dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, al ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo (tutti invitati a confrontarsi con la platea della maggior organizzazione di rappresentanza delle libere professioni).

 

Se, dunque, l’attuale congiuntura, così come gli scenari economici che si profilano all’orizzonte delle libere professioni richiedono interventi normativi in grado di assecondare il processo  evolutivo del professionista verso una dimensione 4.0, il sistema professionale è chiamato oggi a individuare una digital strategy per accrescere le competenze e interagire con il mercato, senza perdere di vista la realtà del quotidiano. Prove tecniche di futuro, insomma, che all’evento Confprofessioni culmineranno con la presentazione di BeProf, la prima piattaforma digitale per un ecosistema di servizi innovativi per la professione. Una vera e propria “app” progettata e realizzata per rispondere in un clic alle esigenze dei professionisti nell’ambito del lavoro e della previdenza, della salute e del welfare, della formazione e dell’informazione, passando attraverso gli strumenti più innovtivi per la gestione e l’organizzazione di uno studio professionale 4.0. Un piccolo passo verso il futuro, ma anche un grande progetto per assicurare al Paese un “ritorno” al capitale intellettuale nel difficile processo di transizione verso l’economia digitale.

 

(Economy, novembre 2019)