Qualifiche professionali a macchia di leopardo

La direttiva non decolla in tutti gli Stati membri. Procedure per il riconoscimento da semplificare La strada verso il pieno riconoscimento della direttiva qualifiche professionali nei paesi Ue è ancora lunga e incerta. Lo scorso 26 ottobre la Commissione parlamentare per il mercato interno e la protezione dei consumatori ha convocato presso il Parlamento europeo
La direttiva non decolla in tutti gli Stati membri. Procedure per il riconoscimento da semplificare

La strada verso il pieno riconoscimento della direttiva qualifiche professionali nei paesi Ue è ancora lunga e incerta. Lo scorso 26 ottobre la Commissione parlamentare per il mercato interno e la protezione dei consumatori ha convocato presso il Parlamento europeo i rappresentanti dei parlamenti nazionali di 12 stati membri (tra cui l’Italia) per fare il punto sullo stato di attuazione della direttiva. Dall’incontro “The Internal Market for Professionals: how to make it work? Improving the recognition of professional qualifications” è uscito un quadro in chiaro scuro. Durante il meeting è stato presentato uno studio commissionato dal Parlamento europeo che ha preso in esame quattro categorie professionali (infermieri, architetti, ingegneri civili e guide turistiche) in otto Stati membri (Regno Unito, Spagna, Danimarca, Polonia, Slovenia, Francia, Germani, Italia). L’esito dell’indagine dimostra come non si possa ancora parlare di un’attuazione completa della normativa europea ed avanza poi alcune raccomandazioni per procedere alla revisione della direttiva. In questo senso, un’ipotesi è stata lanciata da Willi Fuchs, rappresentante della federazione che riunisce le associazioni nazionali degli ingegneri (FEANI – European Federation of National Engineering Associations). Fuchs ha proposto un modello di carta professionale, dove devono essere contenute tutte le informazioni relative a titoli accademici e formazione, l’affidabilità (le qualifiche devono essere riconosciute dal Paese d’origine), il decentramento (tali qualifiche devono essere documentate nel Paese d’origine) e la volontarietà.
Mentre il dibattito continua, sul piano politico si annunciano passi avanti. Lo scorso 21 ottobre la Commissione europea ha presentato le conclusioni sul recepimento della Direttiva sulle qualifiche professionali e il Commissario europeo per il Mercato interno, il francese Michel Barnier, ha assicurato che a breve verrà portato a termine il suo recepimento in tutti e 27 gli Stati membri. Sicuramente, il fatto che siano 4.600 le professioni regolamentate ha contribuito alla complessità del recepimento. E già si guarda ai prossimi traguardi da raggiungere. Il Commissario Barnier ha illustrato gli obiettivi fondamentali per il futuro. In primo luogo sarà necessaria una maggiore semplificazione delle procedure per il riconoscimento delle qualifiche, specialmente nei casi di mobilità temporanea. La semplificazione dovrà necessariamente passare attraverso gli strumenti elettronici (si parla di riconoscimento on-line). Poi, dovrà procedersi ad un ammodernamento delle norme di riconoscimento (basti pensare al caso delle condizioni minime per la formazione, a volte vecchie di decenni). Fondamentale inoltre sarà la collaborazione pro-attiva; la Commissione intende promuovere una collaborazione forte tra le autorità nazionali competenti per il riconoscimento delle qualifiche.
Il Commissario ha infine ricordato l’agenda per i prossimi mesi. Nell’autunno del 2011 verrà presentato il libro verde che conterrà i risultati delle valutazioni di impatto della direttiva, poi, nel 2012 verrà formulata la proposta normativa per l’ammodernamento della stessa.
Più di una volta, il rappresentante della Commissione ha sottolineato la ferma intenzione di calibrare questa proposta normativa sulle reali esigenze e quindi sulle richieste che arriveranno da organizzazioni professionali, albi, cittadini a livello europeo. Per concludere, il Commissario si è detto favorevole all’introduzione dei tesserini professionali, che potranno portare un vero valore aggiunto per il rilancio del mercato unico e per semplificare la mobilità dei professionisti nell’Unione.

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