Studi settore, crescono i contribuenti ma calano i redditi

Le statistiche diffuse dal Dipartimento delle Finanze indicano un netto balzo dei professionisti tra i contribuenti. Redditi medi elevati, ma in forte contrazione per tutte le attività. Aumenta la platea dei contribuenti (grazie ai professionisti), ma cala il reddito totale dichiarato.  È uno dei dati principali che si evince dalle statistiche sugli studi di settore
Le statistiche diffuse dal Dipartimento delle Finanze indicano un netto balzo dei professionisti tra i contribuenti. Redditi medi elevati, ma in forte contrazione per tutte le attività.

Aumenta la platea dei contribuenti (grazie ai professionisti), ma cala il reddito totale dichiarato.  È uno dei dati principali che si evince dalle statistiche sugli studi di settore in vigore nel periodo d’imposta 2012, diffuse dal Dipartimento delle Finanze. L’applicazione degli studi di settore nel 2012 ha riguardato circa 3,7 milioni di soggetti (per il 65% persone fisiche), con un balzo del 6,3% rispetto all’anno precedente, dovuto all’ingresso dei soggetti fuoriusciti dal vecchio regime dei minimi, che escludeva l’applicazione degli Studi di Settore. L’aumento dei soggetti si registra principalmente nel settore dei professionisti (+19,3%). Nonostante la crescita del numero dei contribuenti – si legge nella nota del Dipartimento delle Finanze – il reddito totale dichiarato, pari a 100 miliardi di euro, registra comunque una diminuzione (-5,8% rispetto al 2011) dovuto alla forte contrazione dell’economia registrata nell’anno (il PIL è risultato in flessione del 2,4%). Il reddito medio dichiarato è risultato pari a 25.700 euro per le persone fisiche (-8,1% rispetto al 2011), 35.900 euro per le società di persone (-6,4%) e 23.600 euro per le società di capitali ed enti, che registrano un notevole calo rispetto all’anno precedente (-26,3%). Ponendo l’attenzione sull’attività esercitata, il reddito medio più elevato, analogamente allo scorso anno, si è registrato nel settore delle attività professionali (43.400 euro) seguito dal settore delle attività manifatturiere (27.200 euro) e dal settore dei servizi (24.100 euro), mentre il reddito medio più basso si è rilevato nel commercio (17.200 euro). 

Professioni non sanitarie- Tra i redditi più alti, la flessioni maggiore è quella che fanno registrare gli studi notarili (il cui reddito medio è 233mila euro) che totalizzano un -26,1%. Perdite elevate per avvocati, che segnano un -15,5% e dichiarano un reddito medio di 49.600 euro, gli ingegneri con una flessione del 15% circa (36.000 euro di reddito medio) e gli architetti con un -19,3% (23.500 euro di reddito medio). Risultati meno negativi arrivano da commercialisti e consulenti del lavoro, che perdono il 6,1% in un anno (reddito medio di 58.500 euro).

Professioni sanitarie- Complessivamente i professionisti della sanità soggetti a studi di settore sono 222.555 (persone fisiche) di cui circa 148mila dichiarano ricavi/compensi per 105,7 e redditi per 70,4. Secondo il Dipartimento delle Finanze, subito dopo i notai arrivano i farmacisti (il reddito medio dichiarato dalle farmacie si attesta a 90.200 euro) e terzi i medici (64.900). A soffrire è tutto l’ambito sanitario, con l’eccezione degli odontoiatri che registrano un +0,4% rispetto all’anno prima e dichiarano 51.600 euro.

Medici Veterinari- Quanto ai Medici Veterinari, sono 11.179 i contribuenti dello Studio di Settore Veterinario VK22U. Complessivamente, i ricavi/compensi medi dichiarati ammontano a 41,6 (valori espressi in migliaia di euro) e il reddito medio si attesta sul valore 19,9. Contribuenti veterinari con ricavi/compensi dichiarati oltre 30.000 euro sono 5.043.