PLP

Per un uso più consapevole della rete

La rubrica Progetto Spazio Psicologico a cura di PLP

Elisa Mulone
Psicologa e psicoterapeuta
Presidente Nazionale PLP

Il 9 febbraio si è svolto il Safer Internet Day 2021, la Giornata mondiale per la sicurezza in rete, istituita e promossa dalla Commissione Europea con l’obiettivo di stimolare un uso più sicuro e responsabile delle nuove tecnologie e della rete. La giornata mondiale dedicata ad un uso positivo di internet si affianca al mese della sicurezza in rete. Dal 9 febbraio al 21 marzo le scuole italiane saranno chiamate a realizzare attività di divulgazione dei principi dell’uso positivo della rete e degli strumenti tecnologici, utilizzando lo slogan together for a better internet. All’interno di questa iniziativa, tutte le scuole d’Italia sono invitate a presentare attività in tema di sicurezza e a dotare la propria scuola di una ePolicy per prevenire, riconoscere, rispondere e gestire eventuali situazioni problematiche.

La Pandemia ci ha spinti prepotentemente verso un uso intensivo degli strumenti di comunicazione a distanza e ad una digitalizzazione forzata un po’ fai da te. Adulti, adolescenti e bambini hanno dovuto utilizzare smartphone, tablet e PC per attività prima svolte “in presenza” condividendo uno spazio fisico. Ciò, oltre a comportare la perdita di informazioni derivanti ad alcuni canali sensoriali, ha reso perennemente accessibile quello che prima era concesso per tempi prestabiliti, con un aumento esponenziale dei tempi di permanenza davanti agli schermi. Giovani e adulti costantemente connessi, per lavoro, per seguire la didattica a distanza, per gioco, per relazionarsi con il mondo esterno alle mura domestiche. Bambini e preadolescenti hanno iniziato a utilizzare precocemente strumenti che padroneggiano molto meglio degli adulti dal punto di vista tecnico, ma di cui non sanno ancora valutare le implicazioni di un uso improprio.

La rete è uno strumento potente che fornisce innumerevoli possibilità di apprendimento e di sviluppo di nuove competenze, ma, senza una corretta educazione digitale, rischia di rivelarsi con tutte le sue insidie.

A tal proposito, una mia cara amica mi racconta un episodio avvenuto in una chat di WhatsApp creata da un gruppo di compagni di scuola (bambini/preadolescenti di età compresa tra i 9 e 10 anni di cui la figlia fa parte) per incontrarsi virtualmente in questo periodo di isolamento. Una bambina, un giorno, scrive di sentirsi un po’ triste. Riceve in risposta diverse “faccine”, comprese “faccine” che sorridono divertite. La bambina ci rimane molto male. Sappiamo bene quanto la comunicazione attraverso i social possa essere riduttiva e ambigua, ma, in questo caso, rischia anche di svalutare e ridicolizzare un vissuto intimo, affidato ad un contesto di gruppo che non ha le competenze affettivo-relazionali per accoglierlo.

L’utilizzo della rete riguarda inevitabilmente la sicurezza dei dispositivi utilizzati, dei dati personali e la tutela dalla salute nell’uso delle tecnologie digitali.

Facciamo un altro esempio fornito da un’altra mia cara amica. La figlia preadolescente (12 anni) un giorno viene filmata da un’amica durante una recita. L’amica decide di postarlo su TikTok, su Instagram e di metterlo sul suo stato di WhatApp senza chiedere il suo parere. Appreso il fatto, la ragazza imbarazzata e mortificata, poiché non era sua intenzione “socializzare” la sua performance, si confida con la madre che interviene per far rimuovere il video. Questo fatto ci fa comprendere con quanta leggerezza si possono diffondere video e foto, proprie e altrui, che in poco tempo possono diventare “virali” senza il consenso dei protagonisti.

Ultimo esempio, non in ordine di importanza. Qualche giorno fa trovo scritto in un foglietto, che mio figlio di quasi 8 anni custodiva nell’astuccio, “smar uoce” e, incuriosita, gli chiedo cosa significasse. Mi domanda se si scrive in quel modo SmartWatch e come si traduce. Dopo avergli risposto gli chiedo dove lo avesse visto o sentito nominare, dato che in casa non ne possediamo uno. Mi aspettavo mi dicesse che lo aveva visto in qualche pubblicità in Tv e, invece, mi risponde che lo ha visto in classe a due compagnette che ci hanno fatto le foto alla maestra!

Sembra chiaro come sia necessario diffondere le iniziative del Mese per la Sicurezza in rete, ma soprattutto avviare programmi di educazione civica digitale per un uso consapevole di internet ed aiutare adulti e ragazzi ad evitare errori che possono costare cari. È evidente che c’è un tempo per ogni cosa. Per quanto riguarda i bambini, è importante rispettare le loro tappe di sviluppo e non lasciarli troppo tempo da soli con in mano strumenti che, se usati nel modo corretto, sono validi ausili per sviluppare competenze, in caso contrario produrranno svariati “effetti indesiderati”.