Una donazione di 3 milioni dalle aziende farmaceutiche

Il ringraziamento del presidente FIMMG Silvestro Scotti Coronavirus, il ringraziamento di medici e cittadini alle aziende farmaceutiche italiane che hanno donato risorse strumentali per 3 milioni di euro.   È un ringraziamento sentito quello che arriva da FIMMG e Cittadinanzattiva nei riguardi delle industrie farmaceutiche italiane di Farmindustria, le cosiddette “Fab13” che comprendono Abiogen Pharma,
Il ringraziamento del presidente FIMMG Silvestro Scotti

Coronavirus, il ringraziamento di medici e cittadini alle aziende farmaceutiche italiane che hanno donato risorse strumentali per 3 milioni di euro.

 

È un ringraziamento sentito quello che arriva da FIMMG e Cittadinanzattiva nei riguardi delle industrie farmaceutiche italiane di Farmindustria, le cosiddette “Fab13” che comprendono Abiogen Pharma, Alfasigma, Angelini, Chiesi, Dompè, I.B.N Savio, Italfarmaco, Kedrion, Neopharmed Gentili, Menarini, Molteni, Recordati e SPA, Zambon. A loro il riconoscimento di FIMMG e Cittadinanzattiva per la donazione di beni strumentali per un controvalore economico di 3 milioni di euro al servizio di tutto il sistema sanitario nazionale.

 

«Ringraziamo queste aziende – dicono il segretario generale FIMMG Silvestro Scotti e il segretario generale di Cittadinanzattiva Antonio Gaudioso – e desideriamo esprimere anche un forte messaggio di vicinanza a tutti i dipendenti che, nel portare avanti la produzione, ci consentono di sostenere in continuità i nostri sforzi. Le aziende del farmaco sono attori fondamentali e lo dimostrano anche in questa occasione. Questo segnale è fondamentale e ci conforta molto e, per fortuna, non è isolato. Il sostegno che diverse aziende stano dimostrando in queste ore disegna un Paese molto diverso da quello che siamo abituati a raccontare per fortuna».

 

Silvestro Scotti aggiunge: «questa donazione mira a testimoniare la vicinanza ai medici di medicina generale, che sono liberi professionisti convenzionati con il servizio sanitario nazionale e sono la prima linea necessaria a contenere e selezionare i processi di ospedalizzazione. A questo si aggiunge la possibilità appena diverrà concreta oggi (ancora da definire nelle reali possibilità prescrittive e operative) di poter curare i nostri pazienti già dal domicilio ai primi segni di malattia e non continuare ad assistere solo al loro andamento clinico».