RINVIATI GLI STUDI DI SETTORE, IL GOVERNO METTA IN AGENDA LA CRISI DEI PROFESSIONISTI

Confprofessioni chiede soluzioni legislative per gli Studi La Commissione Esperti per gli Studi di Settore non delibera la validazione di 69 studi di settore. Per gli esperti- riuniti oggi, 16 settembre, in sessione plenaria alla Sose- non ci sono le condizioni per presentarli entro questo mese. “E’ evidente che mancano i dati- commenta il Presidente
Confprofessioni chiede soluzioni legislative per gli Studi

La Commissione Esperti per gli Studi di Settore non delibera la validazione di 69 studi di settore. Per gli esperti- riuniti oggi, 16 settembre, in sessione plenaria alla Sose- non ci sono le condizioni per presentarli entro questo mese.

“E’ evidente che mancano i dati- commenta il Presidente di Confprofessioni Gaetano Stella- quelli che arriveranno più in là con i modelli unici e con le dichiarazioni Iva nel 2010. E ora ci aspettiamo- aggiunge Stella – che il Ministero delle Finanze accordi il rinvio”.

Dimenticati dalla manovra anticrisi, i professionisti si aspettano un segnale di attenzione. Confprofessioni, infatti, non si limita a registrare quella che definisce “una presa d’atto inevitabile”. Per il Presidente Stella sarebbe “opportuno attivare una sede di confronto che sia anche politica, per tradurre in una soluzione legislativa gli interventi indispensabili agli studi di settore dei professionisti. Il Governo metta in agenda la crisi dei professionisti”.

Spiega Bruno Garcea, rappresentante di Confprofessioni alla Sose: “Abbiamo ufficialmente proposto alla Commissione degli Esperti di adottare una metodologia di calcolo specificamente studiata per il periodo di crisi. Gli studi- prosegue- sono notevolmente appesantiti dagli indici di normalità che oggi, in una fase tutt’altro che normale della nostra economia, non possono funzionare”.

Fra le proposte presentate da Confprofessioni figura anche il superamento di alcune vistose anomalie, fra cui – aggiunge Garcea- “il riconoscimento, attraverso idonei strumenti legislativi del fatto che l’inserimento del ricavo dichiarato nell’intervallo di confidenza evita l’accertamento fiscale, così come ammesso in alcune circolari ministeriali”.

“E’ competenza del legislatore- conclude Garcea- anche la possibilità di evitare l’iscrizione provvisoria per il contribuente a ruolo in caso di accertamento da studi di settore, un passaggio che comporta per il professionista un esborso effettivo, a fronte di un accertamento che invece è solo presuntivo”.
 

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