La rivoluzione copernicana del SSN

Con quasi 20 miliardi di finanziamenti previsti dal Pnrr, il Servizio sanitario nazionale si prepara a cambiare pelle per migliorare le prestazioni ai cittadini. Struttura, organizzazione e digitalizzazione sono i nuovi assi per l’evoluzione dell’assistenza socio-sanitaria. Che dovrà fare rete con la medicina generale

di Giampaolo Stopazzolo (direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Potenza), da il Libero Professionista Reloaded #6

 

Grazie a oltre 15,6 miliardi di euro di finanziamenti europei previsti dalla Missione 6 e ai 2,9 miliardi di investimenti complementari del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nei prossimi quattro anni il Servizio Sanitario Territoriale prepara a una vera e propria rivoluzione copernicana attraverso un percorso evolutivo, articolato su tre livelli: strutturale, organizzativo e digitale. La prima componente coinvolge nuovi luoghi di cura, le case della comunità, gli ospedali di comunità e le centrali operative territoriali. Dal punto di vista organizzativo il sistema evolve verso un nuovo approccio assistenziale attraverso la creazione, all’interno delle Case della Comunità di equipe multiprofessionali formate dai medici di medicina generale ai pediatri di libera scelta, dai medici di comunità e delle cure primarie a quelli di continuità assistenziale, fino agli specialisti, dagli infermieri ai farmacisti, dagli psicologi agli assistenti sociali che opereranno in team. È prevista una nuova gestione delle transizioni assistenziali fra ospedale e territorio gestite 602 Centrali operative territoriali (una ogni 100 mila abitanti) che garantiranno il passaggio da un setting assistenziale all’altro accompagnando nel percorso il paziente ed i famigliari e vi sarà un numero unico con una centrale operativa per le cure non urgenti. Il terzo step riguarda la componente digitale: l’uso della telemedicina garantirà un’agevole gestione delle cronicità mantenendo il paziente al proprio domicilio attraverso televisite, teleconsulto medico, teleassistenza, telemonitoraggio, telecontrollo e teleriabilitazione. Una piattaforma nazionale abiliterà tutte le transazioni dei servizi di telemedicina, garantendo anche l’afflusso dei dati verso il Fascicolo sanitario nazionale ed ogni Regione dovrà dotarsi di una piattaforma regionale di Telemedicina secondo quanto previsto dal DM 29/04/22 e dalle linee di Indirizzo per i Servi di Telemedicina in fase di pubblicazione. La sfida quindi del Pnrr si vincerà quindi solo attraverso un’importante riorganizzazione dei 21 Servizi sanitari regionali e del personale che dovrà fare rete ed integrazione con la medicina generale che rimarrà l’ossatura fondamentale del nostro sistema Sanitario ma che dovrà anche fare uno sforzo “evolutivo” nelle sue forme e nei suoi contratti al fine di garantire una migliore “fitness” ( nel senso di adattamento e continuità della “specie”) al nuovo ambiente assistenziale.