Corte dei Conti: Italia al quinto posto tra i contributori dell’Ue

Presentata al Parlamento la Relazione annuale 2016 sui rapporti finanziari con l’Unione europea e l’utilizzazione dei Fondi comunitari La Corte dei conti ha inviato al Parlamento la Relazione annuale su “I rapporti finanziari con l’Unione Europea e l’utilizzazione dei fondi comunitari” in riferimento all’anno 2015. “La Relazione – si legge in una nota diffusa lo scoro
Presentata al Parlamento la Relazione annuale 2016 sui rapporti finanziari con l’Unione europea e l’utilizzazione dei Fondi comunitari

La Corte dei conti ha inviato al Parlamento la Relazione annuale su “I rapporti finanziari con l’Unione Europea e l’utilizzazione dei fondi comunitari” in riferimento all’anno 2015. “La Relazione – si legge in una nota diffusa lo scoro 12 gennaio – ha innanzitutto esaminato i flussi finanziari tra l’Unione Europea e l’Italia nell’esercizio 2015, constatando un miglioramento della tradizionale posizione di contributore netto del nostro Paese: il saldo negativo tra versamenti effettuati ed accrediti ricevuti risulta, infatti, di 4,4 miliardi di euro, a fronte dei 5,7 miliardi di euro del 2014. L’Italia resta comunque al quinto posto tra i contributori netti dopo Germania, Regno Unito, Francia e Paesi Bassi”. 

Nel 2015 l’Italia ha “speso” per la sua appartenenza all’UE lo 0,27% del proprio reddito nazionale lordo, percentuale che sale allo 0,34% se si considera il settennio 2009-2015. Tale valore ci colloca all’ottavo posto nella classifica dei contributori netti, dopo Belgio, Paesi Bassi, Germania, Svezia, Danimarca, Regno Unito e Francia.

 

Quanto alla Programmazione 2014-2020, nel 2015 si è completato il ciclo di approvazione dei vari Programmi Operativi e nel 2016 sono stati posti in essere i primi elementi di attuazione, relativamente ai pagamenti, i quali non superano l’1,6% al 30 giugno 2016. 

“In tale Programmazione – prosegue la nota della Corte dei Conti – le Autorità italiane si sono prefissate l’obiettivo di superare le criticità emerse nei cicli precedenti attraverso un monitoraggio permanente, un supporto all’attuazione ad opera dell’Agenzia per la Coesione Territoriale e l’adozione di piani di rafforzamento amministrativo per le Amministrazioni centrali e per le Regioni.”

Infine, in tema di irregolarità e di frodi, la Relazione sottolinea che nell’anno 2015 la spesa irregolare è relativa per l’88,8% ai fondi strutturali, per il 10,9% alla politica agricola e per lo 0,3% alla pesca. All’interno della ripartizione, il 55,9% si riferisce alle Amministrazioni regionali ed il 44,1% alle Amministrazioni nazionali. Nel primo semestre 2016, invece, la spesa irregolare è relativa per il 65,7% ai fondi strutturali e per il 34,3 % alla politica agricola. All’interno della ripartizione il 56,4 % si riferisce alle Amministrazioni regionali ed il 43,6% alle Amministrazioni nazionali.

“In generale – commenta la Corte dei Conti – si può sottolineare l’efficacia del sistema dei controlli in Italia, in raffronto anche a quanto avviene in altri Paesi membri dell’Unione. Una valutazione comparativa del fenomeno delle irregolarità in sede europea presupporrebbe un’armonizzazione dei sistemi di controllo che, allo stato, non sembra sussistere”.