Referendum, Confprofessioni: più autonomia, meno burocrazia

L’appello del presidente Roberto Sartore ai 120 mila liberi professionisti del Veneto in vista del quesito referendario del prossimo 22 ottobre «La proposta di Referendum della Regione Veneto è un’occasione per rilanciare il sistema professionale regionale e può essere utile per rafforzare il tessuto economico di tutto il nostro territorio». Confprofessioni Veneto scende in campo
L’appello del presidente Roberto Sartore ai 120 mila liberi professionisti del Veneto in vista del quesito referendario del prossimo 22 ottobre

«La proposta di Referendum della Regione Veneto è un’occasione per rilanciare il sistema professionale regionale e può essere utile per rafforzare il tessuto economico di tutto il nostro territorio». Confprofessioni Veneto scende in campo per invitare i 120 mila liberi professionisti (cui si sommano circa 230 mila dipendenti degli studi professionali) della Regione a votare al Referendum del prossimo 22 ottobre sull’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia.

 

«Il referendum per l’autonomia rappresenta una straordinaria opportunità per riportare le attività professionali e la tutela del lavoro tra le competenze esclusive regionali – spiega Roberto Sartore, presidente di Confprofessioni Veneto. Si tratta di un passaggio fondamentale per dotare il sistema professionale del Veneto di quegli strumenti necessari per intercettare la ripresa economica. Il nostro sistema professionale sta evolvendo alla velocità della luce – continua Sartore – abbiamo bisogno di investire nelle nuove tecnologie e nella formazione, sviluppare nuovi servizi professionali, sostenere le start up per favorire l’accesso dei giovani alla libera professione. Non possiamo aspettare i tempi biblici dello Stato centrale se vogliamo davvero rendere competitivi i professionisti nell’economia della Regione e sostenere così il sistema produttivo di tutto il nostro territorio».

 

«Più autonomia significa meno burocrazia e più risorse da dedicare all’economia del territorio – aggiunge il presidente di Confprofessioni Veneto. E in questa partita i liberi professionisti possono svolgere un duplice ruolo: da una parte sono interlocutori privilegiati per facilitare i rapporti tra le istituzioni regionali e le imprese e i cittadini; dall’altra parte, sono soggetti economici attivi che, al pari delle imprese, possono essere destinatari di politiche mirate per sostenere e far crescere il tessuto professionale nel Veneto».

 

«Numerose regioni, per esempio il Friuli Venezia Giulia, si sono già dotate di leggi specifiche sulle professioni, destinando contributi per l’avvio dell’attività professionale, per la formazione e l’aggiornamento professionale, per la certificazione della qualità delle prestazioni e dei servizi professionali – spiega Sartore. Chiaramente, ogni professionista è libero di esprimere la propria scelta rispetto al quesito referendario, ma ritengo che una Regione più autonoma e più libera, può rispondere meglio alle esigenze di sviluppo del proprio territorio, innescando un processo competitivo virtuoso tra le regioni e rafforzando al tempo stesso gli interessi nazionali nelle negoziazioni internazionali ed europee».