Bollettino 04/2021 Luglio – Settembre

Periodico d’informazione a cura dell’Osservatorio delle libere professioni. N. 4 – luglio 2021 – settembre 2021 In questo numero del “Bollettino” si presentano quattro approfondimenti di medio-lungo periodo: nel primo si analizzano gli andamenti trimestrali degli ultimi tre anni (2018-20), nel secondo l’approfondimento prende in esame le variazioni decennali delle professioniste nel mercato del lavoro, nel terzo articolo si mostrano i comparti con maggiore crescita decennale del lavoro indipendente ed infine, nel quarto, l’indagine è dedicata alle dinamiche di lungo periodo dello sviluppo economico nelle regioni italiane (1995-2019). Inoltre, è presente un articolo sull’andamento del Covid-19 in Italia e nel Mondo con attenzione particolare alla dinamica dei vaccini. Infine vi è quadro sintetico del Decreto Semplificazioni, Decreto Reclutamento ed esonero parziale dei contributi previdenziali per i lavoratori autonomi e liberi professionisti. Un’ultima sezione è dedicata alla segnalazione di studi, ricerche e approfondimenti di particolare interesse.

Il Pnrr in bilico tra crescita economica e divario territoriale

di Gaetano Stella, Presidente dell’Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni

Sono due gli indicatori che nei prossimi mesi dovremo monitorare attentamente per valutare se il piano di attuazione del Pnrr, messo a punto dal governo Draghi, porterà effettivamente a una ripresa strutturale del Paese: la solidità della crescita economica nei prossimi anni e la riduzione dei divari territoriali tra le regioni del Nord e quelle del Sud. E da questo punto di vista, i segnali congiunturali che arrivano dopo la pausa estiva, raccolti in questo quarto numero del “Bollettino sulle libere professioni” di Confprofessioni, sono, da un lato, incoraggianti; dall’altro, un po’ più preoccupanti.

Cominciamo a guardare la parte del bicchiere mezzo pieno. Mentre continua a diminuire la diffusione del Covid – 19, grazie alla campagna vaccinale e al buon funzionamento a fini di prevenzione del certificato verde che dal prossimo 15 ottobre sarà obbligatorio per accedere ai luoghi di lavoro (anche per professionisti e partite Iva), l’andamento della nostra economia registra tassi di crescita superiori alle aspettative, mentre in un quadro generale di flessione dell’occupazione, i dati aggiornati sul lavoro indipendente e sulle libere professioni indicano un calo molto più contenuto rispetto ad alcune previsioni fin troppo pessimistiche che erano state diffuse nel corso del 2020.

Per valutare le attuali tendenze congiunturali, in questo numero del “Bollettino” presentiamo quattro approfondimenti di medio-lungo periodo, partendo dall’analisi sugli andamenti trimestrali degli ultimi tre anni (2018-20), dove emerge come a fronte di una pesante caduta del Pil (-8,4%), dal 2019 al 2020 il calo dei liberi professionisti sia stato contenuto al -2,8%. Difficile dire se ciò sia dovuto agli interventi governativi in materia di ristori oppure a una sorta di resilienza del mondo professionale che ha consentito di mantenere attivi gli studi professionali durante la pandemia.

Il secondo approfondimento prende in esame le variazioni decennali nelle professioni, tra il 2019 e il 2020, evidenziando come, a fronte di nove gruppi professionali in calo di oltre il 10%, ve ne siano 12 che crescono oltre il 10%. Va sottolineato che il 2020 è l’unico anno con segno “meno” dell’intero decennio 2010-2020. Per comprendere meglio il fenomeno, il “Bollettino” analizza quindi i comparti con maggiore crescita decennale del lavoro indipendente, dove spicca la dinamicità delle professioni tecnico-scientifico-informatiche, come pure di quelle legate alla creatività.

E arriviamo così alle note dolenti. L’indagine dedicata alle dinamiche di lungo periodo dello sviluppo economico nelle regioni italiane (1995-2019) segna l’accentuarsi del divario Nord-Sud (come peraltro emerso confrontando i “Rapporti regionali sulle libere professioni” pubblicati dall’Osservatorio nei mesi scorsi), a dispetto di tutte le politiche di riequilibrio sperimentate in questi ultimi tre decenni.

Quest’ultima evidenza empirica rischia di essere la spina nel fianco del governo Draghi e sarà, insieme alla crescita economica, la cartina di tornasole del successo o meno dell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza nel nostro Paese. Si tratta di due temi essenziali che ci coinvolgono in prima persona e sui quali il nostro ruolo di rappresentanza organizzata dei liberi professionisti ci impone di concentrare la nostra azione collettiva, a cominciare dal Congresso nazionale del prossimo novembre e dalle successive assise regionali.