10 consigli per parlare ai bambini e alle bambine del coronavirus

La rubrica Progetto Spazio Psicologico a cura di PLP di Antonio Zuliani Psicologo psicoterapeuta Membro del CEN di PLP   Il presupposto da cui è necessario partire è che nel parlare con i bambini e le bambine noi trasferiamo anche le emozioni che viviamo. Per cui è necessario che per prima cosa ci interroghiamo sulle
La rubrica Progetto Spazio Psicologico a cura di PLP

di Antonio Zuliani

Psicologo psicoterapeuta

Membro del CEN di PLP

 

Il presupposto da cui è necessario partire è che nel parlare con i bambini e le bambine noi trasferiamo anche le emozioni che viviamo. Per cui è necessario che per prima cosa ci interroghiamo sulle emozioni e sulle paure che noi stessi proviamo di fronte a questi fatti. Per farlo una strategia è quella di informarci, cercare di capire quello che sta accadendo e confrontarci con altri amici. Il sostegno sociale reciproco è di fondamentale importanza per acquisire un po’ di serenità di fronte alle nostre paure.

 

 

Vediamo insieme 10 piccoli consigli che poi approfondiremo in altri articoli utili per parlare ai bambini sul tema delicato del coronavirus.

 

 

  1. Diamo il buon esempio a casa sulle misure igieniche: il nostro esempio vale più di tante parole.

     

  2. Ascoltiamo le notizie dai media insieme ai nostri bambini: non lasciamoli soli con la loro ansie, preoccupazioni e fantasie.

     

  3. Permettiamo loro di esprimere emozioni e preoccupazioni: è normale avere paura quando c’è un pericolo. Può essere utile chiedere al bambino come si sente: non diamo per scontato che se non dice nulla vada tutto bene!

     

  4. Incoraggiamoli a parlare e a fare domande: parlare con noi permette loro di costruire uno spazio emozionale condiviso. All’interno di questo spazio è più facile che ci dicano quello che provano, le loro paure. Certo non dobbiamo essere noi a forzarli a parlare, e tanto meno a soffermarci con loro su eventi drammatici senza speranza.

     

  5. Forniamo loro risposte che tengano conto della loro possibilità di capire: se offriamo ai nostri figli la possibilità di fare domande, si propone la difficoltà di trovare le giuste risposte. Non cadiamo nella tentazione di pensare che sia troppo piccolo per capire: potrebbe non comprendere esattamente quello che sta accadendo ma certamente percepirà, dal clima generale, che sta accadendo qualcosa di molto grave.

     

  6. Non dobbiamo avere timore di ammettere di non poter rispondere a tutte le loro domande. I nostri figli hanno bisogno di genitori che sanno essere accoglienti e rassicuranti, fornendo una base affettiva, e non di genitori “che sono sempre sicuri e conoscono tutto”.

     

  7. Non chiediamo ai nostri figli comportamenti forti e coraggiosi, piuttosto confortiamoli facendo sentire loro la nostra vicinanza.

     

  8. Non dobbiamo essere critici se manifestano comportamenti regressivi rispetto alla loro età: quando un bambino è preoccupato è normale che regredisca a comportamenti tipici di età precedenti. Si tratta di comportamenti che vanno compresi senza colpevolizzarli per la loro debolezza; caso mai incoraggiamo i loro tentativi per uscirne.

     

  9. Non cercare di accentuare la ricerca dei colpevoli. Si tratta di una strategia diffusa molto rassicurante tra gli adulti, ma non aiuta il bambino ad elaborare le sue emozioni rispetto a quello che sta accadendo.

     

  10. Infine è utile che vengano sottolineati anche gli aspetti positivi della situazione. Infatti la situazione che stiamo vivendo contiene aspetti positivi legati al lavoro di chi si sta occupando della salute di tutti. La sottolineatura di queste componenti favorisce nei nostri figli, ma anche in noi adulti, la speranza che ci sia qualcuno disposto a venire in soccorso di chi si trova coinvolto in una situazione drammatica. E questa percezione e consapevolezza aiuta tutti noi adulti e bambini a vivere gli spetti prosociali presenti anche nelle situazioni più drammatiche.