ANA, 15 anni dopo

Ricorrono i 15 anni dell’Associazione Nazionale Archeologi L’11 novembre di 15 anni fa nasceva la prima associazione di categoria degli archeologi italiani. Da quel giorno, migliaia di archeologi si sono riconosciuti nei valori e nelle battaglie di ANA, si sono riuniti sotto una sola bandiera. Ad ogni livello, nazionale, regionale, locale, l’ANA è diventata negli anni
Ricorrono i 15 anni dell’Associazione Nazionale Archeologi

L’11 novembre di 15 anni fa nasceva la prima associazione di categoria degli archeologi italiani. Da quel giorno, migliaia di archeologi si sono riconosciuti nei valori e nelle battaglie di ANA, si sono riuniti sotto una sola bandiera. Ad ogni livello, nazionale, regionale, locale, l’ANA è diventata negli anni un punto di riferimento inamovibile per tutta la categoria.

 

“In questi quindici anni siamo stati protagonisti di ogni cambiamento che abbia riguardato la professione dell’archeologo in Italia, un lavoro impreziosito dal fondamentale risultato ottenuto nel 2014 con il riconoscimento della figura professionale dell’archeologo” – dichiara ANA in una nota. 

 

Tsao Cevoli, fondatore e primo presidente, ricorda gli anni in cui tutto ha preso forma, ora come allora nel segno della forza, trasparenza e resistenza: “In una sera di novembre di quindici anni fa, precisamente l’11 novembre 2005, un gruppo di archeologi, dopo un lungo percorso, aperto e democratico, fondava l’Associazione Nazionale Archeologi. È un passato che dovrebbe apparire recentissimo nella percezione di un archeologo, abituato a confrontarsi quotidianamente con manufatti ed eventi millenari. Invece sembra passata un’era geologica. Pur in un mondo senza social, ma certamente non meno sociale, gli archeologi di ogni parte d’Italia riuscirono a fare rete, a discutere per superare le divergenze, a sentirsi, nonostante le differenze, parte di un unico corpo. Iniziava un arduo cammino per affermare in ogni ambito e contesto la dignità professionale e lavorativa della nostra categoria. In questi quindici anni sono stati raggiunti traguardi importanti, grazie a tanti colleghi che hanno generosamente speso il proprio tempo e le proprie energie per il bene comune degli archeologi, senza la pretesa di essere ricordati dai colleghi che sarebbero arrivati dopo di loro, a beneficiare, ignari, delle loro lotte. I traguardi finora raggiunti sono certamente ancora insufficienti, ma abbiamo almeno tracciato la linea per chi oggi continua a credere che un’archeologia diversa è possibile, se ci impegniamo in prima persona per costruirla. È fidando in questa idea che donne e uomini hanno continuato e continuano a prestare la propria voce e le proprie energie all’Associazione Nazionale Archeologi per proseguire la battaglia. Nulla ci è stato o ci sarà regalato. Sta agli archeologi di oggi riuscire a lasciare in eredità agli archeologi di domani una prospettiva professionale più solida, un sistema più meritocratico e trasparente, in poche parole un’archeologia migliore di quella che i nostri predecessori hanno lasciato a noi”.