ANA

ANA guarda positivamente all’adeguamento del Piano Regolatore di Roma

L’Associazione Nazionale Archeologi si dice disponibile a partecipare ad un dialogo con tutte le parti interessate affinché la Capitale sia all'avanguardia nella tutela del proprio patrimonio archeologico

L’Associazione Nazionale Archeologi (ANA) accoglie con favore la proposta avanzata dall’Associazione dei Costruttori Edili di Roma per una revisione, se non addirittura riscrittura, del Piano Regolatore Generale di Roma, che delinei un ammodernamento in grado di adeguare la normativa capitolina alla normativa nazionale in materia di tutela limitando l’uso delle varianti; interessa in particolare la procedura per il rilascio delle concessioni edilizie e del nullaosta ad edificare successivo alle verifiche archeologiche. La norma attuativa inserita nell’attuale piano regolatore che riguarda l’archeologia è una norma che, per i tempi in cui fu approvata, era indubbiamente all’avanguardia. Nel frattempo sono tuttavia intervenute innovazioni nella normativa di tutela del patrimonio, che fanno ritenere opportuna una revisione della materia e un adeguamento alla normativa nazionale in essere.

“L’attuale previsione della costante presenza dell’archeologo durante le fasi che comportano scavi in opere realizzate nel territorio comunale è norma e prassi preziosa ed indispensabile ai fini della tutela del patrimonio conosciuto così come di quello tutt’ora ignoto” afferma Aglaia Piergentili Màrgani, Presidente ANA Lazio. “Occorre però sottolineare come in taluni casi l’interesse del privato ad edificare o a realizzare un progetto confligga con l’interesse pubblico alla tutela del patrimonio” prosegue, “con lo Stato rappresentato in queste funzioni dalla Soprintendenza archeologica”.

“In questo specifico ambito, la normativa nazionale di tutela negli appalti pubblici è allo stato attuale molto più efficace”, aggiunge Alessandro Garrisi, Presidente Nazionale ANA. “Il codice dei contratti pubblici, alias codice degli appalti, non solo riesce a tutelare meglio il patrimonio archeologico”, prosegue, “ma, consentendo l’intervento dell’archeologo nella fase di progettazione di fattibilità, consente anche le opportune e tempestive modifiche progettuali utili ad evitare di incorrere in imprevisti e connesse varianti in corso d’opera, con conseguenti aggravi dei costi finali di realizzazione del progetto. Ecco perché adottare anche per i cantieri privati di Roma la stessa normativa prevista dal Decreto Legislativo n. 50 del 2016 (art. 25), con i dovuti adattamenti e modifiche, sarebbe un’ottima idea tanto per gli interessi dello Stato, quanto per quelli del privato. Su questo argomento l’Associazione Nazionale Archeologi è al lavoro da tempo con esponenti della politica nazionale per arrivare ad una modifica del Codice dei Beni Culturali, che equipari normative e procedure del pubblico e del privato in materia di tutela del patrimonio”.

L’Associazione Nazionale Archeologi è quindi disponibile a partecipare ad un dialogo con tutte le parti interessate, affinché la Capitale d’Italia sia all’avanguardia nella tutela del proprio patrimonio archeologico, pur consentendo alla città lo sviluppo necessario e richiesto ad una metropoli moderna.