ANA

Gli archeologi italiani al traguardo del VI Congresso Nazionale

Il prossimo 28 maggio, a Roma, presso l'Auditorium del Museo dell’ Ara Pacis, l'evento dell'Associazione Nazionale Archeologi

L’Associazione Nazionale Archeologi si prepara a riunirsi nel VI Congresso Nazionale che si svolgerà a Roma il 28 maggio 2022, nella prestigiosa sede dell’ Auditorium del Museo dell’ Ara Pacis, dalle ore 9 alle ore 19.

Il VI Congresso Nazionale dell’ANA vedrà la partecipazione di oltre cento delegati regionali – eletti in decine di assemblee pre-congressuali che si sono svolte in tutta Italia negli ultimi mesi – in rappresentanza degli archeologi italiani, per delineare le linee programmatiche del prossimo triennio ed eleggere il Presidente Nazionale e tutte le cariche associative

Nella prima parte della giornata, dalle ore 9 alle 11.30,  si svolgerà una tavola rotonda tematica dedicata al tema della “Professione dopo la formazione: ruoli e competenze”, ribadendo come centrale e nevralgica siano la formazione e l’aggiornamento permanente del professionista archeologo per affrontare le sfide che la pratica professionale pone, in qualsiasi ambito l’archeologo si trovi ad operare. Sono stati invitati a confrontarsi esponenti della formazione universitaria e post – universitaria, del Ministero della cultura,  insieme ai rappresentanti delle professioni.

Alle ore 12 inizieranno i lavori Congressuali dell’ANA, che ad ogni triennio convoca in assise i propri rappresentanti e delegati  per  discutere le proposte e le mozioni su come indirizzare l’azione dell’associazione e su quali direttrici sviluppare gli obiettivi statutari e professionali.

Il Congresso si articolerà intorno all’esame dell’accelerazione dell’evoluzione della professione di archeologo in Italia conseguente ai cambiamenti nella società e alle nuove introduzioni normative.

Se alla luce del DM 244/2019, si iniziano a conoscere nuovi e più vasti orizzonti professionali e specialistici, in cui diventano cruciali e preponderanti la formazione e il lifelong learning, l’ampliamento degli ambiti lavorativi a cui oggi può adire un archeologo delineano una professione molto diversa da quella di non più di 20 anni fa. Una professione sempre più tecniche che ha spinto l’ANA a rappresentare queste nuove istanze  in molteplici tavoli istituzionali e attraverso colloqui con i differenti contractor  e diversi stakeholders alla luce dei piani e delle metodiche attuative per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

La professione dell’archeologo è una professione innegabilmente giovane, essendo ufficialmente stata riconosciuta con fondamento legale solo nel 2014”, dichiara il Presidente Nazionale Alessandro Garrisi, che prosegue: “Oggi, grazie all’azione instancabile e puntuale dell’ANA e di tutto il mondo dell’archeologia, siamo davanti ad una nuova fase evolutiva verso la costruzione di un settore nel quale i differenti ambiti professionali – professione privata, università, ministero e terzo settore – possano collaborare superando gli steccati che da sempre caratterizzano il settore condividendo fini e obiettivi comuni. L’ANA è l’associazione di categoria che negli ultimi diciassette anni ha rappresentato gli archeologi a prescindere dall’ambito nel quale svolgono la propria professione, è stata l’associazione in seno alla quale sono nati praticamente tutti i cambiamenti positivi per il settore professionale dell’archeologia, e nel prossimo congresso getterà le fondamenta per costruire e consolidare la nuova professione dell’archeologo al servizio della società, delle sue esigenze, e della comunità nella quale opera”.

Siamo in un momento storico particolarmente febbrile dal punto di vista lavorativo per gli archeologi italiani.” dichiara Oriana Cerbone, Vicepresidente Nazionale, che prosegue “Si aprono nuovi e molteplici orizzonti professionali per gli archeologi, alla luce delle competenze e delle attività che il DM 244/2019 riconosce come specifiche dell’archeologo. Le future sfide lavorative  si giocheranno molto sulla formazione, sulle conoscenze e l’aggiornamento professionale. Ma sarà sempre un bene tenere desta l’attenzione affinché vengano riconosciuti e rispettati i campi di azione del professionista archeologo e che egli operi sempre in condizioni tali da rispettare la deontologia professionale,  l’equità economica dei compensi  e la tutela, sia la propria che del Patrimonio Culturale”.