ANC: certificazioni uniche, anche nel 2021 inadeguatezza dell’INPS

Il Presidente Marco Cuchel: “Ancora una volta nessuna comunicazione ufficiale e nessuna assunzione di responsabilità da parte dei vertici dell’INPS”

L’Associazione Nazionale Commercialisti ribadisce che sono trascorsi sette mesi dall’episodio, a suo tempo già stigmatizzato dall’associazione, delle comunicazioni INPS che annunciavano la non corrispondenza nelle CU 2020 delle somme calcolate con quelle effettivamente erogate o trattenute. L’ANC si auspicava che, fatto tesoro della brutta esperienza, la cosa non si ripetesse anche per le certificazioni 2021. Invece secondo i commercialisti l’INPS ha deciso, anche per quest’anno, di non mancare l’appuntamento con l’inefficienza.

Per l’ANC, infatti, si assiste di nuovo alla comunicazione delle direzioni provinciali ai diretti interessati e ai loro intermediari (un numero tutt’ora imprecisato ma che sappiamo essere importante) sulla necessità di acquisizione delle certificazioni rettificate per i conseguenti obblighi dichiarativi.

Ancora una volta, l’ANC evidenzia che gli oneri sono tutti a carico del cittadino, il quale si sobbarcherà delle eventuali maggiorazioni di legge e del costo delle competenze dovute agli intermediari (professionisti e caf); le dichiarazioni precompilate presenti sul portale dell’Agenzia sono sempre calcolate in base alle precedenti CU e presentano, pertanto, un disallineamento rispetto ai nuovi importi; nella lettera, si invita a ripresentare la dichiarazione glissando completamente sul fatto che nulla può essere ripresentato senza incorrere in disagi, ulteriori costi e maggiorazioni; viene totalmente meno il principio del legittimo affidamento relativo al perimetro degli atti della pubblica amministrazione, entro il quale il cittadino dovrebbe essere al riparo da conseguenze a suo danno.

“Anche in questa occasione”, sottolinea il Presidente ANC Marco Cuchel, “da parte dei vertici dell’INPS nessuna comunicazione ufficiale e nessuna conseguente assunzione di responsabilità, ma solo una scarna informazione ai diretti interessati. Come professionisti ci troveremo nella condizione di dover riaprire e rettificare dichiarazioni già inviate, in un momento in cui le condizioni di lavoro sono a dir poco proibitive, anche a causa delle scadenze recentemente fissate in sede di approvazione del Decreto Sostegno-bis. È inaccettabile che al caos che stiamo affrontando si aggiunga anche l’onere di dover correre ai ripari dagli altrui errori”.