ANC: Giustificazioni Inps non chiariscono chi paga

Riportiamo il comunicato stampa dell’Associazione diffuso lo scorso 14 dicembre È stata forse la fretta con la quale lo scorso venerdì l’Inps ha provveduto a dare la propria spiegazione sulle 620.000 certificazioni uniche errate, dopo quanto apparso lo stesso giorno sul quotidiano Italia Oggi,  a far sì che la comunicazione omettesse le risposte a domande
Riportiamo il comunicato stampa dell’Associazione diffuso lo scorso 14 dicembre

È stata forse la fretta con la quale lo scorso venerdì l’Inps ha provveduto a dare la propria spiegazione sulle 620.000 certificazioni uniche errate, dopo quanto apparso lo stesso giorno sul quotidiano Italia Oggi,  a far sì che la comunicazione omettesse le risposte a domande legittime di contribuenti e professionisti, domande di ordine operativo, ma anche interrogativi concernenti questioni di principio sulla perdurante disparità di trattamento tra il cittadino e l’amministrazione pubblica quando si tratta di riparare agli errori.

Ci chiediamo, visto che per i datori di lavoro privati è prevista una sanzione di 100 euro, senza cumulo giuridico, in caso di emissione di CU errate, chi pagherà i 62 milioni di euro dovuti: Il Presidente Tridico? Il Direttore Di Michele? L’Inps e quindi sempre noi? È probabile che non sarà chiesto conto di questo pagamento, in ossequio al vigente principio che se sbaglia lo Stato nessuno paga.

Venendo alla candida dichiarazione che, in fondo, “ogni anno” si registra un 3% di errore da parte dell’Inps, vorremmo, prima di tutto, che la stessa benevolenza con il quale l’Istituto si concede un margine del 3% di errore nelle certificazioni fosse concesso anche ai cittadini e a noi professionisti, e poi, se non è troppo, chiediamo in questi anni quanti e quali siano stati gli sforzi messi in campo per ottenere la riduzione di questo parametro che, se consideriamo i numeri assoluti, è comunque preoccupante. L’Inps, inoltre, quando ci fa sapere che è avvenuto quello che ogni anno avviene, dimentica di aggiungere che quest’anno le variazioni sono state inviate quando i termini per la presentazione e i versamenti erano scaduti.

Per molti cittadini, poi, il cambiamento della situazione reddituale inciderà sulla valutazione del merito creditizio per mutui e finanziamenti già ottenuti o che sono stati rifiutati, oltre alle dichiarazioni Isee che saranno presentate da coloro i quali non hanno potuto prendere visione della comunicazione di variazione.

Rimane anche la domanda su come il cittadino possa fare a rimediare, senza personali conseguenze economiche relative alle sanzioni sulle dichiarazioni ed eventuali competenze da corrispondere agli intermediari.

“La nostra proposta” dichiara il Presidente ANC Marco Cuchel, “per ovviare a quanto sopra, è che la Pubblica Amministrazione stessa si incarichi di rielaborare le dichiarazioni che risultano da ripresentare per effetto degli errori Inps, come noi professionisti ci facciamo carico di riparare a nostre spese gli errori che commettiamo.

“Alla Ministra Dadone e al Ministro Gualtieri chiediamo pertanto di far sì che sia messo a disposizione dei cittadini interessati un servizio, con procedure e personale ad hoc affinché tutte le dichiarazioni siano regolarizzate senza sanzioni e competenze e che sia rilasciata una manleva per la buona fede e per il legittimo affidamento”.

È chiedere troppo? No, è l’applicazione del principio di equità.