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Accesso al fondo perequativo, la scadenza è alle porte

L’Associazione Nazionale Commercialisti: “Uno spostamento del termine dal 10 settembre al 31 ottobre permetterebbe di assistere con maggiore tranquillità tutti i clienti nell’invio delle dichiarazioni con i requisiti per il contributo”. La nota dell’ANC diffusa lo scorso 1° settembre

Il termine del 10 settembre, fissato per l’invio delle dichiarazioni dei contribuenti che intendono accedere al fondo perduto perequativo, è oramai alle porte, e da parte dell’amministrazione finanziaria si protrae il più assoluto silenzio in risposta alla richiesta che da più parti si è levata (anche da ANC), di posticipare tale termine drammaticamente infelice, rispetto alla scadenza ordinaria del 30 novembre.

“I commercialisti guardano con apprensione al calendario fiscale del prossimo periodo” commenta il Presidente Anc Marco Cuchel “soprattutto in ragione del fatto che certamente la stragrande maggioranza dei propri clienti si trova nel novero degli aventi diritto, ma in assenza di indicazioni sui parametri economici che saranno poi applicati ai beneficiari, saranno di fatto costretti ad inviare entro il 10 settembre praticamente tutte le dichiarazioni predisposte. Ancora una volta paghiamo noi il prezzo delle incertezze del Governo, il quale, non avendo il polso della situazione rispetto alla gestione del lavoro quotidiano di studio, preferisce attendere i numeri prima di comunicare ai contribuenti se e quanto verrà loro riconosciuto, mettendo in evidenza la totale diffidenza dello Stato nei confronti dell’intero sistema economico del Paese”.

Uno spostamento del termine dal 10 settembre al 31 ottobre permetterebbe infatti di assistere con maggiore tranquillità tutti i clienti nell’invio delle dichiarazioni con i requisiti per il contributo e avrebbe forse come unica conseguenza uno slittamento temporale dell’erogazione, con un qualche certezza in più rispetto a possibili errori.

“Ciò che maggiormente viene giudicato come intollerabile” conclude Cuchel “è il deserto comunicativo di fronte al quale ci troviamo: a nulla sono valse le sollecitazioni della stampa specializzata e gli appelli dei vertici di categoria, nonché i nostri, sin dalla prima versione del Decreto Sostegni Bis.  La mancanza di ragionevolezza alla quale assistiamo ci fornisce ancora una volta la misura della considerazione nella quale è tenuta una categoria che ha contribuito a non far sprofondare definitivamente il Paese in questo anno e mezzo di emergenza sanitaria”.