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ANC, ferma contrarietà agli incarichi professionali gratuiti da parte della PA

Il presidente Marco Cuchel: "Non è giusto ritenere che le prestazioni professionali possano essere svolte a titolo gratuito poiché ad essere in gioco c’è la dignità stessa del lavoro dei professionisti"

La sentenza del Consiglio di Stato n. 07442/2021, pubblicata lo scorso 9 novembre, relativamente ad un Bando MEF del 2019, riconosce che l’assenza di indennizzo all’atto dell’affidamento dell’incarico professionale non sia una violazione della norma sull’equo compenso. Alla PA si attribuisce dunque la facoltà di emettere avvisi privi dell’attribuzione del compenso ai professionisti, con il richiamo al rispetto della normativa sull’equo compenso unicamente se questo sia contemplato.

L’Associazione Nazionale Commercialisti intende ribadire, come fatto prontamente non solo in occasione del predetto bando MEF ma anche per altri avvisi pubblici, la sua ferma contrarietà all’attribuzione di incarichi professionali a titolo gratuito da parte della pubblica amministrazione e condivide pienamente quanto espresso dalla Confprofessioni sulla sconcertante contraddittorietà della sentenza.

“Se da una parte infatti – evidenzia Marco Cuchel, presidente ANC – il Consiglio di Stato riconosce il diritto del professionista a ricevere un compenso rispettoso del principio di equità, dall’altra afferma anche che se un avviso pubblico è privo di compenso, l’incarico professionale è comunque legittimo”.

Per ANC è importante che la proposta di legge sull’equo compenso, approvata recentemente alla Camera, possa essere migliorata da parte del Senato con il superamento di quelle criticità che limitano l’efficacia della norma, sulla cui urgenza ANC si è espressa in più occasioni.

La gratuità delle prestazioni i professionisti non possono prevederla neppure nei riguardi dei propri congiunti se non vogliono incorrere in sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate, secondo ANC non si comprende quindi la ragione per la quale nei riguardi della PA la gratuità dovrebbe essere ammessa.

“Non è giusto ritenere – conclude Cuchel – che le prestazioni professionali possano essere svolte a titolo gratuito poiché ad essere in gioco c’è la dignità stessa del lavoro dei professionisti, ed è per questo indispensabile che finalmente anche la PA sia tenuta al rispetto rigoroso del principio dell’equo compenso”.