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Esonero contributivo Inps, ANC: Per i cittadini prima il pagamento poi il rimborso

Il presidente Cuchel: “La contraddizione è evidente: lo Stato obbliga al versamento dei contributi anche coloro che hanno i requisiti per fruire dell’esonero”. La nota della Associazione Nazionale Commercialisti diffusa lo scorso 2 agosto

Dopo mesi di attesa, la misura del cosiddetto anno bianco contributivo, introdotta con la Legge di bilancio n. 178/2020 per ridurre l’impatto negativo dell’emergenza sanitaria sul reddito di lavoratori autonomi e professionisti, si è finalmente concretizzata lo scorso 27 luglio con la pubblicazione sul portale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali del Decreto Interministeriale del 17 maggio 2021 (Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze).

Per gli artigiani, i commercianti e i professionisti iscritti alle gestioni previdenziali INPS in possesso dei requisiti previsti l’attesa però non è finita: le modalità con le quali presentare la domanda per l’esonero dei contributi previdenziali fissi dovuti per l’anno 2021, il cui termine è stato recentemente prorogato al 30 settembre prossimo, non sono state infatti ancora rese note.

“Certo è che la procedura prevista per dare attuazione a questa misura – evidenzia Marco Cuchel Presidente dell’Associazione Nazionale Commercialistiè del tutto illogica e fonte di inutili complicazioni per i cittadini che hanno diritto a beneficiare di questa agevolazione”.

Non ha alcun sensoprosegue il Presidente Cuchelobbligare al versamento dei contributi nel mese di agosto anche coloro che hanno i requisiti per fruire dell’esonero, costringendoli poi alla presentazione della domanda, entro il 30 novembre 2021, per la richiesta di rimborso o di compensazione, le cui modalità sono ad oggi ancora sconosciute”.

Non si comprende il motivo per il quale si debba presentare una domanda di rimborso entro il 30 novembre, quando già entro il 30 settembre gli aventi diritto dovranno presentare una apposita domanda per ottenere l’approvazione da parte dell’INPS del beneficio, domanda le cui modalità di presentazione sono anch’esse a tutt’oggi sconosciute.

Tutto ciò, ancora una volta, in spregio ai principi di quella semplificazione da sempre  annunciata.

Chi lo scorso mese di maggio, in forza dell’introduzione di questa misura, non ha versato la rata e ha previsto di non versare le due successive fino a concorrenza del massimale, impiegando le relative risorse in altro modo, ora rischia di trovarsi in serie difficoltà finanziarie in una fase economica che si contraddistingue anche per la carenza di liquidità.

La contraddizione è evidente: da una parte lo Stato mette in campo misure per aiutare i cittadini, dall’altra, con la sua grave mancanza di coordinamento e di programmazione, lo stesso Stato ostacola i cittadini che a quelle misure dovrebbero poter accedere mediante procedure semplici e definite.