ANTEC si oppone all’abolizione della pensione di anzianità per i Geometri

L'Associazione Nazionale Tecnici Liberi Professionisti ritiene illegittimo ed inammissibile il provvedimento di modifica regolamentare attuato dalla Cassa Geometri e chiede audizione ai Ministeri vigilanti

ANTEC, Associazione Nazionale Tecnici Liberi Professionisti, associazione di categoria datoriale rappresentante degli interessi dei geometri, periti industriali, periti agrari ed agrotecnici liberi professionisti, attraverso i propri legali ha chiesto che, “nell’ambito delle rispettive competenze, la Cassa Italiana di Previdenza e Assistenza dei Geometri liberi professionisti voglia annullare, revocare in autotutela e/o comunque interrompere l’iter procedimentale di abrogazione della pensione di anzianità, di cui all’art. 3 dell’attuale regolamento di previdenza e assistenza”, si legge in una nota diramata dall’associazione, “e che gli intestati Ministeri, nell’esercizio delle loro prerogative di vigilanza e controllo, vogliano respingere la delibera del 24/11/2021 del Comitato dei Delegati della Cassa Geometri negandone l’approvazione e, per l’effetto, lasciare in vigore il regolamento di previdenza e assistenza attualmente vigente, ratione temporis, che include, all’art. 3, la pensione di anzianità tra le prestazioni previdenziali erogabili dalla Cassa Geometri”.

ANTEC inoltre ha formulato espressa richiesta di audizione presso i Ministeri competenti. L’associazione ritiene infatti illegittimo ed inammissibile il provvedimento di modifica regolamentare attuato dalla Cassa Geometri per il quale il Comitato dei Delegati della Cassa Geometri possa deliberare l’eliminazione tout court, letteralmente da un giorno all’altro, della pensione di anzianità, che, per ANTEC, costituisce uno dei pilastri del sistema previdenziale sulla quale hanno fatto affidamento, per decenni, tutti i Geometri e ciò, per di più, in assenza di valide motivazioni giuridico-contabili.

“La delibera votata il 24 novembre 2021, come ampiamente dimostrato, non risulta sorretta da alcuno dei requisiti e presupposti che legittimano l’autonomia regolamentare delle casse professionali private, in quanto non rispetta né il principio di gradualità né quello di equità generazionale e lede gravemente il principio inderogabile del pro rata” conclude la nota.