Circolari INPS e Inail

La manifesta inadeguatezza della PA Con la Circolare n. 115/2020 sulla Cassa integrazione ordinaria ed in deroga disciplinata dal D.l. n.  104 del 14 agosto 2020 e pubblicata 30 minuti prima della mezzanotte di ieri, 30 settembre 2020, l’INPS ha dimostrato ancora una volta la propria inadeguatezza ad affrontare una situazione straordinaria come quella attuale.
La manifesta inadeguatezza della PA

Con la Circolare n. 115/2020 sulla Cassa integrazione ordinaria ed in deroga disciplinata dal D.l. n.  104 del 14 agosto 2020 e pubblicata 30 minuti prima della mezzanotte di ieri, 30 settembre 2020, l’INPS ha dimostrato ancora una volta la propria inadeguatezza ad affrontare una situazione straordinaria come quella attuale.

 

 

Quindici pagine di fitte istruzioni arrivate dopo che a tutti gli adempimenti relativi al mese di settembre è stato già dato seguito, nonostante l’assoluta mancanza di certezza nelle indicazioni operative, con l’intento di non procurare disagi alle imprese e ai lavoratori.

 

 

Ciò anche in ragione del fatto che le domande Cig dei mesi di luglio e agosto 2020 andavano presentate proprio entro il 30 settembre, ossia entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello di entrata in vigore del DL 104/2020.   

 

 

Sempre in questi giorni l’Istituto sta procedendo a comunicare, in modo massivo, note di rettifica riguardanti recuperi di Cig e Fis a conguaglio, che si dimostrano palesemente ingiustificate ed erronee. Conseguenza inevitabile è che i cassetti previdenziali sono inondati dalle richieste di chiarimenti e rettifiche da parte dei professionisti, ciò anche per evitare gli effetti che si verrebbero a generare da un DURC irregolare.

 

 

Nota dolente inoltre resta sempre il perpetuarsi del grave ritardo nel pagamento della Cig, con conseguenti difficoltà e preoccupazione per molti lavoratori e imprese.

Se poi a tutto questo aggiungiamo la tardiva Circolare INAIL n. 35 del 14 settembre 2020 di aggiornamento dei codici F24 relativi alla rateizzazione dei versamenti dopo le misure COVID, il quadro nel suo complesso è ancor più desolante. La PA arriva sempre troppo lunga rispetto all’emergenza del momento, mettendo in seria difficoltà cittadini, imprese e professionisti.      

 

 

I commercialisti rivendicano il rispetto nei riguardi del proprio lavoro e chiedono pertanto, anche in questo periodo di straordinaria complessità che il Paese sta attraversando, di essere messi nella condizione di poterlo svolgere adeguatamente, senza essere costretti ad assumersi responsabilità che non gli appartengono.