Costi energetici, FIMMG chiede un incontro ai ministri competenti

Silvestro Scotti, presidente FIMMG: «Alla medicina generale la possibilità di accedere alle facilitazioni fiscali o tariffarie a cui attingono altre categorie di lavoratori autonomi»

Discutere dell’aumento delle tariffe dell’energia per definire la possibilità per i medici di medicina generale di accedere alle facilitazioni fiscali o tariffarie a cui attingono altre categorie di lavoratori autonomi. È questo in strettissima sintesi il tema per il quale FIMMG ha chiesto un incontro al Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco, al Ministro della Salute Roberto Speranza e al Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti.

«I medici di medicina generale – spiega il segretario generale Silvestro Scotti – sono in grande difficoltà per una crisi energetica che si traduce nell’aumento vertiginoso delle bollette di luce e gas. Lo sono perché il loro trattamento economico è comprensivo delle spese dei fattori produttivi per lo svolgimento dell’attività di assistenza, e questo si rende più oneroso soprattutto nelle realtà disagiate, dove il medico di famiglia deve rispondere con più ambulatori per coprire ambiti con popolazione dispersa o se la popolazione da assistere nell’ambito prevede la presenza di un solo medico senza creare la giusta economia di scala che si realizza con le risposte di aggregazione di più medici, dove possibile, senza sacrificare la prossimità di risposta. Come ci si può aspettare che giovani colleghi accettino o vengano attratti da queste zone? – continua Scotti. Nessuno sottolinea mai che il medico di famiglia non fa ricadere le spese sul Servizio Sanitario Regionale come invece avviene per una offerta assistenziale gestita con la dipendenza».

Per comprendere la dimensione del problema, basti pensare che uno studio delle CGIA di Mestre del 2016 ha calcolato nel 23,1% l’incidenza delle utenze sui costi di gestione. Non è difficile intuire come nella situazione attuale l’incidenza sia notevolmente cresciuta, erodendo in modo sensibile la capacità economica dei medici di famiglia.

«Il rischio ormai più che concreto – dice Scotti – è che si riduca la capacità della professione nel fare gli investimenti tecnologici e umani necessari alla evoluzione della medicina generale per migliorare l’assistenza ai propri assistiti. Ma questo lo dobbiamo impedire e in fretta visto il PNRR e la necessaria evoluzione di una risposta territoriale di prossimità dove veramente il primo luogo di cura sia la casa o il posto più possibile vicino alla casa dei cittadini».

La scelta di FIMMG è stata ancora una volta quella di individuare delle soluzioni costruttive e risolutive per l’intera categoria, cercando il dialogo anziché azioni di “guerra” sindacale che in questo momento storico sarebbero inconciliabili con il percepito comune, oltre che dannoso per gli assistiti.

«A garanzia dei colleghi, già demotivati per carichi di lavoro non riconosciuti ed eccesso burocratico, chiederemo con forza – conclude Scotti – che non si aggiunga al danno la beffa di aumenti sui loro costi di gestione. Speriamo di poterci confrontare sulla possibilità di far accedere i medici di medicina generale alle facilitazioni fiscali a cui attingono altre categorie di lavoratori autonomi. Siamo certi che, attraverso un dialogo serio, possano arrivare risposte vere e immediate per aprire un confronto alla ricerca delle migliori soluzioni per i professionisti e per la loro offerta assistenziale».