Medicina di famiglia, Scotti (FIMMG): sul futuro delle cure primarie condividiamo i timori di Cittadinanzattiva

Il presidente FIMMG: “Le cure primarie devono essere organizzate per migliorare l’assistenza, a partire dalle reali esigenze della popolazione”

«Se le istituzioni non ascoltano i cittadini, se le riforme non prendono in considerazione quelle che sono le esigenze e le aspettative della gente, si crea una frattura insanabile che inevitabilmente porta la politica a commettere errori». Lo dice senza mezzi termini Silvestro Scotti, Segretario generale della FIMMG, nel sostenere le parole che Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva, ha speso sul futuro della medicina di famiglia in un dibattito che si sta portando avanti «sulla testa dei cittadini». Ancora una volta, dunque, FIMMG e Cittadinazattiva si trovano fianco a fianco rispetto ad un tema, quello del diritto alla salute, che non può essere sacrificato sull’altare degli interessi di parte.

«La nostra proposta è, come è già stato fatto in passato, coinvolgere Cittadinanzattiva in una serie di audizioni in Sisac che monitorizzino il procedere della trattativa, affinché emergano le reali esigenze da affrontare nell’evoluzione della medicina generale e delle cure primarie. Un’iniziativa che riproponiamo con forza, per affrontare poi la trattativa sul prossimo contratto guardando ai temi veri e non alla propaganda che con il diritto alla salute e con una medicina di prossimità non ha nulla a che vedere».

Il Segretario generale della FIMMG sostiene con forza anche il dato giustamente ribadito da Anna Lisa Mandorino: l’ultimo Rapporto Crea ha messo in luce come il 54,2% dei cittadini intervistati ha indicato nella possibilità di avere l’assistenza del medico di medicina generale l’elemento di maggiore soddisfazione nei confronti del Servizio sanitario nazionale. Un gradimento espresso soprattutto dai cittadini delle classi di reddito e di istruzione medio-bassi. «Il rischio – avverte Scotti – è di non ascoltare, anzi di zittire, questa enorme parte di cittadini. Siamo concordi nel ribadire che la domanda va posta prima di tutto agli assistiti, non alle istituzioni, non ai funzionari, non agli operatori. Una riforma che sia per il bene del paese e che tuteli l’articolo 32 della Costituzione non può non tenere in considerazione tutto questo. Siamo proprio certi di aver posto la domanda e di averla posta nel modo corretto?. Come ha ricordato Anna Lisa Mandorino “facendo comprendere ai cittadini che il rischio più che concreto è quello di dover rinunciare alla scelta del proprio medico di riferimento, alla fiducia che è premessa di questa scelta, al rapporto instaurato nel tempo da tanti di loro, specie i più fragili, specie i più anziani?”. Io dico di no».