I ritmi circadiani e la gestione dello stress

Ottavo contributo della rubrica Spazio Psicologico a cura di PLP I ritmi circadiani e la gestione dello stress Quali strumenti per i professionisti per fronteggiare la pandemia   di Massimo Agnoletti, Ph.D. Delegato nazionale Media Relations PLP     I liberi professionisti sono una categoria che più di altre è abituata a dover affrontare situazioni altamente
Ottavo contributo della rubrica Spazio Psicologico a cura di PLP

I ritmi circadiani e la gestione dello stress

Quali strumenti per i professionisti per fronteggiare la pandemia

 

di Massimo Agnoletti, Ph.D.

Delegato nazionale Media Relations PLP

 

 

I liberi professionisti sono una categoria che più di altre è abituata a dover affrontare situazioni altamente incerte e poco prevedibili, per questo sta vivendo il paradosso rappresentato dal fatto che malgrado sia la categoria professionale che maggiormente si adatta ai nuovi scenari socio-economici, è anche tra le più colpite in termini economici dagli effetti della pandemia.

 

 

Si tratta in effetti di una peculiarità dei liberi professionisti i quali considerano la loro capacità di accettare i rischi e di gestire scenari dove la percezione di controllo è bassa, uno degli elementi identitari quasi imprescindibili della loro attività.

 

 

In questo contesto particolarmente sfidante per i liberi professionisti, dove occorre da una parte adottare drastici cambiamenti rispetto il periodo precedente l’impatto del COVID-19, e dall’altra vi è la necessità di essere ancora più creativi per intercettare nuove possibilità, conoscere alcuni aspetti relativi le scienze biomediche e la psicologia può aiutare a gestire meglio questo travagliato e delicato periodo.

 

 

Adottare più salubri ritmi circadiani e gestire efficacemente lo stress (soprattutto di natura psicosociale) risultano infatti essere particolarmente preziosi oggigiorno per conservare e ripristinare il benessere psicofisico e mantenere alta la propria produttività lavorativa minacciata da questi complessi tempi di pandemia.

 

 

Vediamo dunque cosa intendiamo con questi termini così importanti per il nostro benessere psicofisico, la nostra qualità di vita e la produttività che abbiamo a livello professionale.

 

 

I ritmi circadiani sono un meccanismo specifico del nostro organismo che, come un direttore d’orchestra, regola continuamente il funzionamento di moltissimi organi ed apparati sia di natura psicologica che metabolica, immunitaria e cellulare.

I comportamenti che adottiamo quotidianamente ad esempio legati al sonno, l’alimentazione, l’attività motoria possono essere o meno favorevoli a una buona regolazione dei ritmi circadiani impattando quindi positivamente o sfavorevolmente su moltissimi aspetti del nostro vissuto e della nostra salute.

 

 

Dormire ad esempio poche ore, in orari sempre diversi, mangiando poco prima abbondanti pasti ricchi di carboidrati, ed adottare uno stile di vita sedentario impatterà molto diversamente (in senso negativo) rispetto a chi dorme con regolarità (sia relativamente al numero di ore che dell’orario in cui comincia il sonno) e non eccede nei carboidrati serali, combinando anche una regolare attività motoria lontana dalle ore serali. 

 

 

I ritmi circadiani sono condizionati anche dalla capacità di gestire lo stress del nostro organismo soprattutto nella sua variante psicosociale, legata cioè non tanto a situazioni particolarmente straordinarie che mettono a rischio la nostra vita, ma dalla meno intensa ma continua necessità di soddisfare e negoziare molte richieste del nostro mondo sociale (dalla comunicazione con il cliente alla gestione del mutuo da pagare, dalla necessità di trovare risorse economiche al progettare futuri sviluppi lavorativi).

La gestione inefficace dello stress comporta ad esempio ad avere una bassa qualità del sonno (ruminazioni notturne), un modo di mangiare sregolato (preferendo soprattutto il cosiddetto “comfort food” verso sera) così come un’attività motoria assente o, all’opposto, eccessiva e ossessiva.

 

 

Lo stress non è da considerarsi solo un elemento che impatta negativamente le nostre vite e la nostra professione (esiste uno stress negativo, detto dis-stress ed uno positivo chiamato eu-stress) bensì dobbiamo intenderlo come una risorsa energetica che possediamo per soddisfare i nostri obiettivi personali e che viene alterata anche da fattori sociali/culturali.  

Come il carburante di un’auto può essere utilizzato per incendiarla o per farla funzionare correttamente, lo stress ha una natura complessa legata alla modalità con la quale viene utilizzato.

Per questo più che puntare ad “abbassare lo stress” dobbiamo cominciare ad imparare a gestirlo meglio per sfruttarlo a nostro favore.