Inarsind: no ad assistenzialismi, sì a strumenti per ripartire

Il comunicato del consiglio direttivo Inarsind Buona la prima, sperando non sia troppo tardi; ottima l’iniziativa di riunire i Presidenti dei Consigli nazionali di Architetti e Ingegneri con il Presidente di Inarcassa per discutere dell’exit strategy dall’emergenza.     Pur senza reclamarne alcuna primogenitura, già da settimane InArSind sostiene la necessità di traguardare oltre la
Il comunicato del consiglio direttivo Inarsind

Buona la prima, sperando non sia troppo tardi; ottima l’iniziativa di riunire i Presidenti dei Consigli nazionali di Architetti e Ingegneri con il Presidente di Inarcassa per discutere dell’exit strategy dall’emergenza.

 

 

Pur senza reclamarne alcuna primogenitura, già da settimane InArSind sostiene la necessità di traguardare oltre la fine dell’emergenza e iniziare con urgenza a programmare il piano di intervento straordinario, per riavviare e sostenere l’economia italiana, consentendole di uscire dal tunnel COVID 19.

 

 

Non si tratta solo di gestire l’emergenza sanitaria e trovare le migliori soluzioni epidemiologiche per ridurre il contagio, ora si tratta di mettere in atto le azioni che consentano il riavvio del sistema paese.

 

 

Per il Governo è il momento delle scelte operative che il Parlamento dovrà approvare e tutti gli sforzi delle diverse parti politiche dovranno essere orientati a trovare sinergie e condivisioni non divisioni. Il Paese questo si aspetta e non potrebbe essere altrimenti.

 

 

Anche la “popolazione” degli Ingegneri e Architetti si aspetta una convergenza sugli obiettivi dai soggetti che a vario titolo e su vari tavoli se ne fanno portavoce. Non è quindi il momento di dividersi sugli scranni da assegnare nei rispettivi board o di guardare agli exit poll elettorali ma è quello di fare sintesi per individuare le migliori proposte per la categoria.

 

 

Certo la “coperta sarà stretta e corta” e dovremo tirarla. Dovremo passare dal fitto setaccio della finanza pubblica senza scoraggiarci, perché oggi l’essenziale è rendere riconoscibili – come componente unitaria della società – i liberi professionisti che si identificano nell’appartenenza ad Inarcassa, le cui peculiarità spesso neppure sono riconosciute e di cui, finalmente, è giunta l’ora di far assumere consapevolezza.

 

 

InArSind dal suo osservatorio lo sostiene fin dall’inizio dell’emergenza e senza nessuna prerogativa è lieta di offrire quanto già analizzato e concretizzato nel documento propositivo inviato al Governo lo scorso 20 marzo condividendolo nell’agorà.

 

 

Il piano delineato dovrà essere eccezionale per risorse e tempi di erogazione che non potranno essere limitati alla concessione di ammortizzatori o sussidi una tantum, ma dovranno agire adeguatamente sui capitoli di investimento per le infrastrutture, per l’incentivazione degli investimenti in tutto il comparto produttivo, strategico e innovativo, per la formazione e infine, ma non in ultimo, per il patrimonio immobiliare che costituisce l’essenza del paesaggio italiano.

 

 

Precisa il presidente InArSind, Roberto Rezzola: “Abbiamo già detto che non si tratta di assistenzialismo o di sussidi di cittadinanza ma semplicemente si deve affrontare questa epocale crisi del paese con gli adeguati strumenti anche assumendosi responsabilità di debito per il futuro