PLP

Ancora 25 novembre

Nuovo appuntamento con la rubrica Spazio Psicologico in collaborazione con l'associazione Psicologi Liberi Professionisti

Elisa Mulone

Psicologa e psicoterapeuta

Presidente Nazionale PLP

 

Ogni anno intorno al 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si animano dibattiti accesi sul contrasto alle varie forme di violenza subite dalle donne.

I dati non sono rassicuranti. Secondo le ultime rilevazioni dall’inizio del 2021 sono già 109 le vittime di femminicidio, in aumento dell’8%, nel 72% dei casi morte per mano del marito, ex marito o compagno, a volte davanti, o insieme, ai figli.

Ma il femminicidio, seppur la manifestazione più cruenta e palese, è solo la punta dell’iceberg di tutte le forme di violenza messe in atto nei confronti delle donne.

La questione ci riguarda tutti e tutte perché dietro a ogni forma di violenza c’è un substrato culturale che la alimenta e che, di conseguenza, può essere “indebolito”.

Pensiamo al fatto che c’è voluta una norma, quella sulla parità salariale approvata in Senato lo scorso 13 ottobre, per sottolineare un’ovvietà: che uomini e donne debbano essere retribuiti in maniera eguale per le loro prestazioni professionali. Ma, se in Italia il gender pay gap è pari al 43%, tanto ovvia non era. È un passo in avanti, ma siamo ancora indietro. Troppi stereotipi pervadono ancora la quotidianità di adulti, adolescenti e bambini.

Ci possono venire in aiuto storie come quella scritta da Matteo Bussola, Viola e il Blu, per tracciare una strada libera da vincoli culturali. La protagonista di questo libro si chiama Viola, ha un papà pittore, una mamma ingegnera e ama il Blu. Non ha mai capito la storia delle “cose da maschi” e delle “cose da femmine”, ancora meno quella dei colori. Viola si chiede candidamente: “Ma perché il Rosa dev’essere per forza il colore delle femmine e il Blu dev’essere quello dei maschi? Chi lo ha deciso? E perché non ci hanno chiesto prima cosa preferivamo?”. Viola si chiede anche perché il pesco ha un nome da maschio ma fa i fiori Rosa e la genziana ha un nome da femmina ma fa i fiori Blu; e perché le persone non possono andare bene così come sono, come le piante? Perché i maschi devono vergognarsi di piangere? Viola ha fortuna di vivere in una famiglia che celebra la forza della diversità e la possibilità di scegliere liberamente la propria strada. Dovrebbe essere un diritto di tutti i bambini e le bambine.

Serve un lavoro congiunto sul piano politico, normativo, educativo e culturale. Educare i bambini e le bambine al rispetto delle differenze è indispensabile per creare le basi di una autentica parità che permetta a uomini e donne di sentirsi meritevoli di considerazione in quanto esseri umani.

Auspichiamo che, presto, il 25 novembre si celebri qualcos’altro, perché vorrà dire che non ci sarà più bisogno di contrastare la violenza contro le donne e che non ci saranno più figli costretti a difendere le proprie madri.