PLP

Educazione finanziaria e consapevolezza nell’uso del denaro

Nuovo appuntamento con la rubrica Spazio Psicologico in collaborazione con l’associazione Psicologi Liberi Professionisti

di Elisa Mulone Psicologa Psicoterapeuta past President PLP

 

Perché è utile l’educazione finanziaria e a chi serve maggiormente?

L’Italia è all’ultimo posto tra i paesi del G7 in educazione finanziaria e tra gli ultimi posti tra i paesi industrializzati, ma siamo anche paradossalmente tra i paesi del G7 col minor tasso di indebitamento personale e con un tasso di risparmio pari al 10% del reddito disponibile. Siamo un paese ricco di contraddizioni, ma siamo molto indietro nel campo della consapevolezza dell’uso del denaro.

Come afferma Annamaria Lusardi, direttrice del Comitato Edufin: “Per aumentare l’alfabetizzazione finanziaria degli italiani, bisogna promuovere l’educazione finanziaria a scuola, per favorire nelle nuove generazioni lo sviluppo di anticorpi per affrontare le crisi e le sfide del futuro. Le conoscenze finanziarie restano il miglior anticorpo alla vulnerabilità economica e in tempi di incertezze globali lo sono ancora di più”.

Dal rapporto Edufin 2021 realizzato insieme ad OCSE emerge che sono le donne e i giovani a sentirsi meno preparati su questioni finanziarie, assicurative e previdenziali. Se pensiamo che solo un terzo del campione intervistato sa cos’è un tasso di interesse semplice o composto, cosa si intende per relazione rischio-rendimento, come si calcolano percentuali e probabilità, cos’è l’inflazione. Concetti molto semplici ma fondamentali per prendere decisioni alla base della gestione della vita di tutti i giorni. La poca dimestichezza nella lettura di un estratto conto e nella gestione delle proprie risorse economiche rende difficile affrontare anche eventuali rischi finanziari legati alle contingenze sociali.

Prendiamo continuamente decisioni di spesa di cui non siamo consapevoli. Alcune sono piccole, altre più grandi. Alcune sono spese fisse, come bollette, affitto, spostamenti, altre sono variabili e, se non si monitorano le une e le altre, si rischia di perdere la percezione di come è stato utilizzato il denaro. Alcune spese che valutiamo irrilevanti, possono non venire registrate dalla nostra memoria, in quella che può essere definita la nostra contabilità mentale. Il rischio è di fare fatica a far quadrare i conti perché la somma di quelle piccole spese “irrilevanti” grava sul nostro budget.

Può essere utile tenere un resoconto delle entrate e delle uscite, valutando non solo l’entità delle spese ma anche la frequenza. È importante, allo stesso modo, conoscere il funzionamento dei vari sistemi di pagamento e delle eventuali commissioni che possono incidere sulle spese non previste.

Le condizioni economiche di una persona variano nel tempo, sia per il ciclo vitale che la persona attraversa, sia per le condizioni socio-economiche circostanti. Per questo sarebbe fondamentale apprendere le conoscenze di base per poter far fronte in maniera efficace alle esigenze dettate da questi cambiamenti.

Un importante lavoro di alfabetizzazione finanziaria in Italia viene portato avanti dal Museo del Risparmio di Torino in collaborazione con Banca d’Italia, con interventi rivolti anche ai giovanissimi.

L’alfabetizzazione finanziaria fornisce informazioni utili su come realizzare un budget, su come risparmiare, investire o chiedere un prestito ed è utile per imparare a gestire le proprie finanze ed evitare l’indebitamento. Inoltre riduce l’ansia legata ad una cattiva gestione del proprio denaro che può essere fonte di insicurezza e continue preoccupazioni. Ancora, aiuta i più giovani a diventare maggiormente consapevoli dell’adeguatezza di un eventuale compenso e nella gestione della propria previdenza.

In senso più generale, l’educazione finanziaria aiuta a rendere sostenibile il nostro budget e a programmare le nostre scelte a lungo termine acquisendo, di conseguenza, una rilevanza sociale poiché serve a creare cittadini economicamente consapevoli. La competenza finanziaria rientra, quindi a pieno titolo, tra le competenze trasversali da coltivare.

Come afferma Lusardi: “Questi ultimi anni ci hanno insegnato quanto velocemente può cambiare la realtà intorno a noi, e quanto sia fondamentale avere le conoscenze e gli strumenti per affrontare nuove situazioni”. Dal rapporto emerge che chi ha minori conoscenze in questo campo fa molta più fatica ad “arrivare a fine mese” e la percentuale va dal 59% di chi è meno competente al 38% di chi è più competente.

Accennavamo in apertura come in tema di alfabetizzazione finanziaria ci sono delle importanti differenze di genere e le donne, da quanto emerge dai dati contenuti nel rapporto Edufin 2021, si inseriscono tra i soggetti finanziariamente fragili.

Azzurra Rinaldi, direttrice della School of Gender Economics all’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza, ci racconta con dati lampanti, una realtà odierna, legata a un passato non troppo lontano, in cui gli uomini hanno il controllo sul denaro: oltre un terzo delle donne in Italia non è titolare di un conto corrente, elemento che non può che creare rapporti di dipendenza e, in taluni casi, essere alla base di un circuito di violenza economica.

Vien da sé che una corretta impostazione dei programmi di educazione finanziaria deve tenere conto di questo e puntare ad una funzionale equità.

In conclusione, va sottolineata l’importante di essere consapevoli delle proprie possibilità economiche e imparare a pianificare le proprie scelte economiche perché da esse è influenzato il nostro benessere complessivo e la nostra qualità di vita.