di Rocco Chizzoniti, psicologo-psicoterapeuta, membro del CEN PLP
Perché abbiamo paura? La natura ha selezionato questa reazione fisiologica con un chiaro fine: l’autoconservazione.
In caso di pericolo, soprattutto il mondo animale ce lo ricorda spesso, c’è l’attacco o la fuga. Anzi in realtà c’è anche il cosiddetto “freezing”, ossia il restare congelati dallo spavento.
Chi non ha visto nell’era social le famose capre che per la paura cadono pietrificate a terra mantenendo perfettamente rigide le proprie zampe?
Chi non si è sentito di muovere un muscolo sentendo un forte colpo o vedendosi quasi investito da un veicolo in movimento?
La paura agisce in più modi, ci attiva o ci blocca nella speranza che detta reazione ci possa aiutare a sopravvivere: come sappiamo anche stare fermi a volte aiuta, non per niente molti animali sotto attacco si fingono morti per disinnescare l’interesse del predatore.
Per noi la paura, in quanto essere senzienti, può funzionare a un livello ovviamente ancora più complesso.
Possiamo anche scegliere di utilizzarla come stimolo per ovviare a una situazione sfavorevole: uno studente impaurito potrebbe studiare il doppio a causa dell’ansia d’esame, in un altro caso l’ansia lo bloccherebbe nello studio.
La paura in fin dei conti è un segnale che il corpo manda per avvertirci che dobbiamo fare qualcosa in una situazione che presenta alcuni rischi.
La paura è una sensazione che spesso si ricerca anche consapevolmente, si pensi ai film horror, perché serve a esorcizzarla ed a prendere più dimestichezza con ciò che non possiamo sempre controllare.
La paura non va respinta, ma va capita e compresa, solo così possiamo impiegarla a nostro vantaggio.
Al mondo d’oggi, non a caso per noi, esiste paradossalmente anche la paura del successo, siamo spaventati persino da ciò che potrebbe migliorare la nostra vita, soltanto perché ogni successo comporta sempre dei rischi e la paura di fallire ci blocca o ci fa scappare.
Eppure si sa che il coraggio non è assenza di paura, il coraggio è solo il saperla gestire come motore del cambiamento.