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Memoria e pandemia

La rubrica Progetto Spazio Psicologico a cura di PLP

di Antonio Zuliani,

psicologo psicoterapeuta,

membro del CEN dell’Associazione Psicologi Liberi Professionisti

 

 

Molte volte, in questi giorni ci accade di arrivare a non ricordare cosa stavamo dicendo… magari neppure bene che giorno sia.

Non ricordare bene le cose non solo è spiacevole, ma fa vivere momenti di autentico imbarazzo di fronte agli altri e può portare ad errori nella vita privata e lavorativa.

In parte questo fenomeno è del tutto naturale: con il passare degli anni è normale che la nostra memoria non sia più brillante come un tempo. Ma appare del tutto probabile che la pandemia stia peggiorando le cose.

Non mi riferisco a possibili conseguenze dirette del virus, perché si tratta di postumi che dobbiamo ancora studiare. Mi riferisco al fatto che in questa fase pandemica tante cose rendono più difficile ricordare e rimanere attenti a quello che accade attorno a noi.

Pensiamo ai ritmi della vita cambiati, all’incertezza per il futuro (spesso anche quello immediato), alle preoccupazioni che occupano la nostra mente e ci affaticano. La conseguenza di tutto questo lavorio interno che occupa la nostra mente, una conseguenza normale direi, è quella di fare fatica a ricordare. Perché la mente ha già così tante cose di cui occuparsi!

Per aiutarci possiamo fare due cose.

Prima di tutto prendiamo l’abitudine di ripassare le azioni o le procedure di lavoro che stiamo per compiere, anche quelle più scontate. Così aiutiamo la memoria.

Poi tiriamo fuori le nostre benedette agende, non importa se cartacee o digitali. Usiamole per scrivervi quello che ci accade giorno dopo giorno, le cose che dobbiamo fare, le idee che ci vengono in mente.

E non rimandiamo questa buona abitudine: facciamolo subito, man mano che le cose accadono. Si tratta di brevi appunti, che chiedono solo pochi minuti di tempo. Brevi appunti che saranno un prezioso aiuto sia per ricordare nell’immediato, sia per ricordare tra qualche mese o tra qualche anno tutto quello che stiamo vivendo in questa pazza pandemia. Perché c’è una memoria delle cose che accadono che è altrettanto preziosa per dare un senso storico a quello che succede ogni giorno.