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Neuropolitica e lo studio delle viralità delle news (vere o false che siano)

Nuovo appuntamento con la rubrica Spazio Psicologico in collaborazione con l’associazione Psicologi Liberi Professionisti

di Vincenzo Russo – Professore Ordinario di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing, Ph.D  – Università IULM ­ socio PLP

 

Il tema dell’influenzamento sociale e della diffusione delle notizie false online è diventato molto attuale e scottante. In questo panorama anche le neuroscienze hanno cercato di dimostrare quali siano i meccanismi che sottostanno alla sottostante forma di seduzione, cercando di studiare se vi fossero dei “predittori” del grado di condivisione delle notizie attraverso i social.

Uno degli studi più interessanti in tale ambito è quello condotto da Scholz et al. (2017) sull’attivazione di alcune specifiche aree della corteccia di chi legge una notizia tramite Facebook. Lo studio ha permesso di identificare le notizie che avrebbero avuto maggiore probabilità di divenire virali. I ricercatori hanno chiesto a un gruppo di volontari di valutare alcuni articoli sulla salute, pubblicati sul New York Times, e di dichiarare poi quali avrebbero letto o condiviso su internet più facilmente.  Dopo aver analizzato i tracciati cerebrali relativi all’attivazione in corrispondenza con le notizie che avrebbero condiviso, hanno svolto un secondo studio sull’attivazione cerebrale in corrispondenza di una reale attivazione dei tracciati cerebrali dei partecipanti in relazione alla condivisione di questi contenuti via Facebook.

Dal confronto dei risultati dei due studi si scopre una relazione precisa tra le aree che si attivano nel primo studio (relativo all’idea di condivisione) e quelle che si attivano nel secondo studio legate alla reale condivisione. Si è anche proceduto a correlare la disponibilità a condividere gli articoli di news di salute, fitness, nutrizione e Benessere pubblicate sul New York Times, con quanto rilevato in realtà.

Dall’analisi dei dati si rileva che la prima area che si attiva in relazione alla scelta di leggere la notizia è nota per essere collegata al ragionamento su eventi che ci coinvolgono in prima persona. Dopo aver analizzato quali tra le notizie utilizzate avevano ricevuto realmente il numero maggiore di condivisioni sulla rete, i ricercatori hanno analizzato i tracciati cerebrali dei partecipanti, scoprendo nuovamente una relazione precisa non solo con le due aree attivate nel precedente studio, ma anche con un terzo circuito neurale la cui attivazione è collegata all’attribuzione di un valore agli oggetti.

In questa seconda fase, si attivano i circuiti frontali che elaborano le aspettative su sé stessi nella speranza di migliorare la propria immagine agli occhi degli altri e rafforzare le relazioni sociali. Con la seconda fase dello studio, infatti, e con la lettura di notizie interessanti che meritavano di essere condivise, si attivano principalmente tre circuiti nervosi. Il primo è distribuito tra il Nucleo Striato e la Corteccia Prefrontale Ventro-Mediale ed è conosciuto come il circuito che attribuisce valore alle cose in generale.

Il secondo circuito è localizzato tra la Corteccia Prefrontale Mediale e la Corteccia Parietale, ed è coinvolto nell’elaborazione delle aspettative legate alla percezione di noi stessi. Infine, il terzo circuito è sempre localizzato nella Corteccia Prefrontale Mediale ed elabora le aspettative di natura sociale, ovvero quanto vogliamo essere apprezzati dagli altri.

Analizzando soltanto le attivazioni cerebrali sarebbe, quindi, possibile prevedere le notizie e i contenuti che potrebbero diventare virali. L’indagine conferma che se si vuole pubblicare una notizia di successo bisogna presentarla in modo tale che il lettore appaia migliore agli occhi degli altri quando la condividerà.