Miriam Caridi – Psicologa e Psicoterapeuta – Socia PLP
“Spirito in movimento” (spirit in motion) è il motto paralimpico che vuole esprimere non solo la performance ma anche il carattere, l’anima e la forza di volontà degli atleti con disabilità.
È risaputo che i benefici dello sport siano molteplici dal punto di vista fisico, psicologico e socio-relazionale: nel caso specifico delle persone con disabilità risultano ancora più importanti in quanto permettono all’individuo di uscire da schemi mentali, di gestire le emozioni, migliorare la capacità di reazione agli stimoli e di avere una maggiore consapevolezza di sé stessi e del proprio corpo.
Lo sport per persone con disabilità nasce nel 1944, all’interno del centro di riabilitazione motoria di Stoke Mandeville, in cui il neurochirurgo L. Guttmann comincia a organizzare allenamenti specifici per sollecitare la collaborazione attiva di pazienti affetti da paralisi spinale traumatica.
L’iniziativa ha enorme successo e porta, nel luglio del 1948, allo svolgimento dei primi Giochi di Stoke Mandeville per atleti disabili. In occasione delle Olimpiadi di Roma del 1960 nasce proprio la Federazione Internazionale dei Giochi di Stoke Mandeville e vengono fondati i presupposti per costruire un evento da tenersi ciclicamente.
Nel 1964 si tengono a Tokyo, le prime Paralimpiadi: un momento storico in cui si fece viva la consapevolezza che la disabilità non dovesse più significare “limite” o ostacolo ma potesse simboleggiare uguaglianza e opportunità.
Le Paralimpiadi rappresentano da sempre un evento straordinario di accessibilità, libertà e inclusività. Le storie di successo e le prestazioni eccezionali ispirano persone di tutto il mondo, dimostrando che con determinazione e costanza, coraggio e fatica, nulla è impossibile.
Un esempio brillante è Alex Zanardi che dopo aver perso entrambe le gambe in un terribile incidente, non si è arreso. Ha trovato una nuova carriera come atleta paralimpico nel ciclismo, vincendo numerose medaglie d’oro. La sua storia è un faro di speranza, dimostrando che con tenacia e spirito combattivo, una tragedia può trasformarsi in un’opportunità per riscoprire sé stessi.
Gli sport per persone con disabilità coprono un ampio spettro di discipline, dal nuoto al basket in carrozzina, dalla scherma all’atletica leggera, dallo snowboard allo sci alpino e di fondo. Le tecnologie avanzate giocano un ruolo cruciale in questo contesto. Protesi per la corsa, sedie a rotelle specializzate e dispositivi di assistenza consentono agli atleti di esprimere in sicurezza il loro massimo potenziale. E la vera svolta riguarda proprio l’innovazione continua, che promette di rendere la pratica sportiva ancora più fruibile e inclusiva per tutti.
Ciò per dire che ogni individuo può realizzarsi anche attraverso lo sport, luogo in cui le barriere e il tempo scompaiono, dove le persone di diverse etnie, culture e abilità si uniscono. La forma forse più alta di inclusione sociale che permette di superare i propri limiti, fisici e mentali e di raggiungere obiettivi comuni in modo creativo e originale.
Dunque, in un mondo pieno di gare e competizioni, possiamo dire che solo se nessuno rimarrà escluso, avremo vinto proprio tutti.