di Rocco Chizzoniti, Psicologo-psicoterapeuta PLP.
Spesso sentiamo parlare di “burnout”. Ogni persona che vive un momento o una fase lavorativa di forte stress si sente “bruciato” e quindi in burnout.
Ma è davvero questo il burnout? È questo sovraccarico di lavoro?
In realtà non proprio. Il burnout è anzi qualcosa di molto più complesso e serio, che colpisce determinate professioni, ossia quelle più esposte alle relazioni.
Cosa si intende di preciso? Un medico o uno psicologo, come molti altri, vivono professionalmente entrando in forte rapporto con l’altro, con un notevole impatto emotivo. Anche le forze dell’ordine o i vigili del fuoco possono rientrare in questa categoria considerando il lavoro delicato che svolgono per la collettività, incontrando situazioni anche molto gravi ed emergenziali.
Questa relazione se perdurante e pervasiva rischia di esaurire tutte le risorse emotive del professionista che potrà sentirsi, in ultima istanza, come svuotato e privo di energie per continuare il proprio lavoro.
Si innesca una vera e propria sindrome determinata sì dal sovraccarico di lavoro ma più precisamente dal sovraccarico emotivo del lavoro svolto.
Lo stress lavoro correlato interviene nei casi di lavoro oberante e usurante, il burnout scatta quando anche le risorse emotive cessano, causando un danno psicologico al professionista in questione.
Saper riconoscere per tempo che nel proprio lavoro si sta superando qualche limite può aiutarci a prevenire stress e burnout, soprattutto quando siamo consapevoli di svolgere attività a continuo contatto con altre persone.