Una riflessione sul nostro Paese alla luce degli eventi drammatici degli ultimi anni

Riportiamo l’analisi dell’architetto Natalia Guidi, consigliere nazionale del Sindacato Nazionale di Architetti ed Ingegneri liberi professionisti, pubblicata il 26 agosto 2018 A pochi giorni dalla strage di Genova che è costata la vita a 43 giovani persone, non esiste una spiegazione che possa giustificare una tale catastrofe. Nel rispetto più totale sia per le vittime
Riportiamo l’analisi dell’architetto Natalia Guidi, consigliere nazionale del Sindacato Nazionale di Architetti ed Ingegneri liberi professionisti, pubblicata il 26 agosto 2018

A pochi giorni dalla strage di Genova che è costata la vita a 43 giovani persone, non esiste una spiegazione che possa giustificare una tale catastrofe. Nel rispetto più totale sia per le vittime che per i loro familiari, corre l’obbligo, a noi liberi professionisti tecnici, partendo da tale evento analizzare la situazione che in Italia si è venuta a creare.

 

 

FATTI

 

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad eventi naturali catastrofici, sismi, frane e inondazioni causate da dissesto idrogeologico un po’ in tutta Italia, crolli (molte strutture durante i terremoti e ponti ,5 in 5 anni e 7 in 14 anni, direi troppi, decisamente troppi per essere considerati solo casi).

 

Non vogliamo in questo contesto, analizzare le cause che abbiano determinato questi fatti quando non sono annoverabili tra gli eventi naturali, ci penseranno le indagini e la magistratura, bensì effettuare una analisi di come negli ultimi decenni siano cambiati parametri che potrebbero in qualche modo influire su tali fatti.

 

 

RUOLO DEI LIBERI PROFESSIONISTI

 

L’architetto/urbanista o l’ingegnere è sempre stato considerato promotore e garante della bellezza del paesaggio urbano, dalle strade alle insegne, dagli spazi pubblici agli edifici, colui che pensa, progetta e realizza gli spazi in cui viviamo, quindi pensa al nostro buon vivere. Una figura caleidoscopica che si muove tra tematiche e problematiche tecniche e tecnologiche, sociali, culturali, estetiche ed etiche. L’urbanista diventa allora artefice del futuro della città e quindi dei suoi abitanti. Il fatto di pensare la città, di realizzarla, modificarla, disegnarle lo sviluppo futuro, pone il progettista al centro di processi indispensabili per lo sviluppo del Paese, assume così un ruolo oltre che socio-culturale anche socio-economico.

 

 

MA NEL TEMPO QUALE EVOLUZIONE?

 

Con il passare degli anni però, il depauperamento culturale, la mancanza di cognizioni specifiche, hanno prodotto una infinità di caos.

 

A tal proposito andrebbe fatta una analisi sociologica che parta dalla eliminazione dello studio della educazione civica nelle scuole medie.

 

Si è perduto dapprima il senso civico. Ognun pensa per se e Dio per tutti.

 

La perdita di contatto con l’umanità ha portato al distacco totale dalla vita sociale, non creando più occasioni di confronto socio culturale nelle piazze o nei luoghi deputati, ma ha prodotto una massa inerme di “tuttologi da social”.

 

Anche le libere professioni hanno pagato questo scotto, affiancando a tale involuzione sociale, dapprima la riforma universitaria istitutiva dei corsi di laurea per junior, poi, complice anche la crisi a dover inseguire lavori ultra sottopagati per poter garantire la sopravvivenza della famiglia.

 

Dover accettare lavori sottopagati, ha consentito una corsa al ribasso sempre maggiore fino ad arrivare come ben sappiamo a consentire alle Amministrazioni pubbliche di cercare liberi professionisti, con tanto di curriculum e competenze a costo zero, cercando di affidare bandi gratuiti.

 

 

CONCETTO DI LAVORO

 

Ma cosa è il lavoro? In fisica esso è il risultato della applicazione dì una forza per produrre uno spostamento, descrizione che calza a pennello con ciò che facciamo noi liberi professionisti, applichiamo le nostre conoscenze per la trasformazione del territorio, questo è il nostro lavoro, tutelato dalle norme costituzionali (una volta, però…)

 

Le Amministrazioni pubbliche ci sollecitano al volontariato curriculare, sostenendo che non hanno risorse economiche…e quindi dico io architetto perché debbo pagare le tasse e regalare anche il mio lavoro, che a quel punto non avrà più i connotati di lavoro, bensì regalo o volontariato? Perché devo anche esibire una polizza assicurativa a garanzia di un non lavoro? Cosa c’è che non va nel nostro paese?

 

 

ED IL CITTADINO IN TUTTO QUESTO?

 

Il cittadino, in tutto questo contesto, esige, giustamente….

 

Pretende dalle Amministrazioni, sia locali che nazionali, servizi, manutenzioni, sicurezza.

 

Per prima cosa il cittadino, però dovrebbe capire che pretendere dallo Stato significa pretendere da se stessi, in fin dei conti lo Stato siamo noi!

 

Per poter elargire servizi ,qualunque Ente, Amministrazione etc. ha necessità di risorse economiche.

 

E le risorse economiche, tra l’altro arrivano anche dalle tasse pagate dai cittadini.

 

Negli ultimi decenni, forse complice anche la grave crisi economica che abbiamo subito, anche le entrate dello Stato si sono ridotte e da quel che ci dicono si è dovuto risparmiare.

 

Saltano allora gli interventi per la messa in sicurezza delle strade, le manutenzioni degli edifici pubblici, etc. … ma ce ne accorgiamo solo dopo eventi calamitosi e Catastrofici.

 

Il cittadino, di fronte a tanto ha sempre la coscienza pulita?

 

 

L’ITALIA DEI CONDONI EDILIZI

 

In un paese in cui lo Stato per far cassa, emana tre condoni edilizi, legittimando immobili realizzati senza titoli autorizzati, senza calcoli strutturali, nè alcun rispetto delle norme urbanistiche, mi domando il ruolo del cittadino, è evidente che chi ha commesso un abuso edilizio ha violato la legge ed in qualche modo è stato anche “premiato”, consentitemi il termine, di fatto si penalizza chi la legge l’ha sempre rispettata. Questa è la foto del nostro paese, fa male, ma siamo un paese di furbetti o aspiranti tali, Quindi a mio avviso il cittadino deve sentirsi correi in tali casi.

 

Nessuno però si è posto il problema in termini di consumo indiscriminato del suolo, in termini ambientali o nel semplice rispetto delle norme urbanistiche, nessuno ha pensato al danno che gli abusi edilizi avrebbero potuto causare al nostro territorio, anzi, spesso ci viene manifestata l’ipotesi di attendere un nuovo condono edilizio.

 

Siamo in un paese che conia la locuzione “abuso di necessità”, per cercare di mettere una toppa ad una illegalità diffusa, ma che per quanto “necessario” quell’abuso è pur sempre un intervento illegale, insomma si trova una scusante alla illegalità applicata. Siamo nel paese dei furbetti.

 

E’ questo che nuoce all’Italia, ovvero cercare sempre di essere il paese del “Volemose bbbbene”, paese in cui non si comprende più come venga gestita l’illegalità, ove può  capitare che essa non sia neanche punita e quando si interviene i tempi della giustizia sono biblici.

 

 

TORNIAMO AI PROFESSIONISTI

 

In una Italia che ha assunto questa pessima deriva i liberi professionisti tecnici si trovano a dover rispondere a richieste che in qualunque altro paese sarebbero osteggiate dall’intera categoria, invece noi accettiamo tutto. Assistiamo allora a emanazione di Bandi alla ricerca di ingegneri o architetti per la progettazione del piano strategico comunale gratuitamente, in barba ai principi costituzionali (vedi ad esempio art 36 costituzione italiana).

 

Parliamo del Bando del Comune di Catanzaro, che ben spiega quale sia il terreno, minato, in cui noi, architetti ed ingegneri ci muoviamo.

 

LA STORIA DI QUEL BANDO PUO’ ESSERE COSI’ SINTETIZZATA:

 

Sentenza TAR Calabria 2435 del 13.12.2016: illegittimo!

 

Sentenza Consiglio di Stato 4616 del 03.10.2017: legittimo!

 

Rivolta dei liberi professionisti, norma sull’equo compenso.

 

Sentenza TAR Calabria 1507 del 02.08.2018: illegittimo!

 

Ci Sembra di disputare una partita su due fronti contrapposti, invece stiamo parlando di vita vera, di vita professionale, non si può e non si deve prestare il concetto di lavoro e della sua remunerazione alle interpretazioni del dirigente di turno o addirittura dei magistrati.

 

 

IL LAVORO DEVE ESSERE REMUNERATO

 

Ma la questione che vorremmo sottoporre ai lettori è: voi volereste su un aereo pilotato da un pilota che non viene pagato? Subireste un intervento chirurgico da parte di un medico che sta lavorando senza retribuzione? Non si tratta di discutere la professionalità del libero professionista che sarà di certo la stessa indipendentemente dalla entità della remunerazione, perché abbiamo etica professionale, ma la questione è discernere il volontariato dal lavoro e soprattutto non mascherare il lavoro con una fantomatica forma di volontariato.

 

Ora ci chiedono di effettuare verifiche su un ponte ed anche questo gratis.

 

Mi domando ma davvero questo per il Sindaco di Avellino si chiama Spirito di collaborazione?

 

Faccio mio un concetto espresso da Vittorio Feltri nel suo libro “Chiamiamoli Ladri”, ovvero che dobbiamo imparare a chiamare le cose col loro nome, e quello allora caro Sindaco di Avellino non è spirito di Collaborazione bensì SFRUTTAMENTO.

 

Affidare a titolo gratuito una prestazione professionale di qualunque genere, ma a maggior ragione quando è una prestazione di così straordinaria importanza, costituisce un gravissimo fatto.

 

Viola la costituzione Italiana, le norme vigenti in materia di compenso, distrugge la dignità professionale ed andrebbe perseguita come violazione…ma in Italia questo non accade…e poi, perché mai noi liberi professionisti dovremmo pagare le tasse alle Amministrazioni, se le stesse a noi non vogliono pagarci?

 

Apprezziamo la nota di risposta del Presidente dell’Ordine degli Architetti di Avellino, è quanto ci si aspetterebbe anche dagli altri Ordini.

 

Sarebbe il caso di restituire dignità ai liberi professionisti e credibilità al nostro Paese!

 

Il crollo di quel Ponte, che è stato il simbolo della progettualità ed innovazione della prima metà del 900, simbolo di modernità, rappresenta, figurativamente il definitivo crollo della nostra società, priva di idee e progettualità verso il futuro.

 

In un articolo di Pier Paolo Tamburelli, docente di composizione architettonica al Politecnico di Milano, pubblicato sul Foglio il 22 agosto scorso si legge e non si può che condividere una frase che riassume lo stato delle cose:…Se i ponti crollano, la colpa non è nell’ambizione dei tecnici di cinquant’anni fa, ma della mancanza di coraggio e di responsabilità dei tecnici di oggi…

 

Noi aggiungiamo che in questo percorso chiamiamolo pure di ” Rinascita”, vanno definiti i ruoli dei liberi professionisti e dei dipendenti poiché anche l’aver permesso il doppio lavoro ha creato un mercato anomalo con abbassamenti dei prezzi , da parte dei dipendenti (quindi con doppia remunerazione) che il libero professionista con la propria struttura non riesce a sopportare.

 

 

ORA RIMBOCCHIAMOCI LE MANICHE E PROGETTIAMO IL FUTURO!

 

 

Arch. Natalia Guidi, Consigliere Nazionale Inarsind