Contributi regionali liberi professionisti, reti professionali in crescita

Pungetti: “Le reti rappresentano il futuro. Superare le difficoltà burocratiche ancora esistenti nel rapporto tra le professioni e la PA” A poche settimane dalla chiusura dell’edizione 2018 del bando regionale per l’innovazione delle attività libero professionali, in Regione Emilia Romagna è già tempo di primi bilanci. “Sulla base di una prima elaborazione, il totale degli
Pungetti: “Le reti rappresentano il futuro. Superare le difficoltà burocratiche ancora esistenti nel rapporto tra le professioni e la PA”

A poche settimane dalla chiusura dell’edizione 2018 del bando regionale per l’innovazione delle attività libero professionali, in Regione Emilia Romagna è già tempo di primi bilanci. “Sulla base di una prima elaborazione, il totale degli investimenti complessivi attivati dalla misura risulterebbero pari ad € 6.833.196,25 con un eventuale contributo massimo concedibile di complessivi € 2.761.110,54. Dopo gli ottimi risultati dello scorso anno, è un segnale che stiamo andando nella giusta direzione”. E’ quanto dichiarato da Angelo Marchesini,  funzionario del Servizio Qualificazione delle imprese della Regione Emilia-Romagna, alla presidente di Confprofessioni E.R. Maria Pungetti al termine della presentazione dei primi dati riguardanti il finanziamento. Un consuntivo per determinare punti di forza e margini di miglioramento di un’iniziativa che è stata accolta con grande interesse e reattività da parte dei liberi professionisti.

Medici e odontoiatri, ingegneri, commercialisti e geometri, le categorie che hanno saputo meglio interpretare le direttive del bando, aggiudicandosi complessivamente il 61% dei fondi disponibili. Secondo i primi numeri elaborati dalla Regione E.R., nel 2018 le domande presentate da professionisti che operano in forma singola risulterebbero il 70,50% del totale, con il restante 29,50% ad appannaggio di aggregazioni di professionisti.

Dall’acquisto di attrezzature, infrastrutture informatiche, tecnologiche, digitali finalizzate alla realizzazione a titolo esemplificativo di piattaforme, siti web, al miglioramento della connettività di rete, alla digitalizzazione, i parametri di riferimento per l’approvazione dei progetti sono stati: informatizzazione, internazionalizzazione, facilitazione dell’affiancamento delle attività professionali ai processi di efficientamento della PA.

Proprio quest’ultimo aspetto rappresenta un interessante motivo di riflessione su tutto il comparto: “I professionisti sono ormai figure chiave nel rapporto tra la Regione e i cittadini. – ha spiegato Marchesini – Una funzione di raccordo che vogliamo e dobbiamo ottimizzare negli interessi degli utenti. Da anni la Regione Emilia Romagna porta avanti un percorso di valorizzazione delle libere professioni. Competenze e capacità intellettuali indispensabili per la competitività del tessuto economico territoriale”.

Competitività che secondo la presidente Pungetti passa anche dalla capacità degli autonomi di aggregarsi in reti professionali: “Tali strutture rappresentano il futuro. Unire professionalità e prospettive diverse permette di affrontare ogni tematica lavorativa nel modo più completo possibile e di offrire all’utente finale un prodotto o un servizio ‘chiavi in mano’. Siamo consapevoli delle difficoltà burocratiche ancora esistenti nel rapporto tra reti professionali e PA., ma il lavoro del Comitato Consultivo delle libere professioni istituito dalla Regione ER, e l’obiettivo di più ampio respiro della Confederazione – continua la presidente di Confprofessioni – rimane teso a favorire la nascita di tali strutture. Sotto questo aspetto, abbiamo visto grande apertura da parte della Regione, tanto che alcune delle tematiche della rete professionale sono state anticipate dal bando 2018, in attesa di una formula in grado di soddisfare al meglio tutte le necessità burocratiche. A tal riguardo, – conclude Pungetti –  in Confprofessioni stiamo lavorando ad una proposta di statuto che presenteremo a breve”.