Equo compenso, Confprofessioni: nessun ostacolo alla concorrenza

La presidente Maria Pungetti: una remunerazione adeguata non significa reintrodurre i minimi tariffari, ma correggere le distorsioni del mercato dei servizi professionali. Stop alla precarizzazione dei giovani e del lavoro autonomo «Il principio dell’equo compenso non è un ritorno alle tariffe minime, ma un meccanismo di tutela che interviene laddove esiste uno squilibrio nei rapporti
La presidente Maria Pungetti: una remunerazione adeguata non significa reintrodurre i minimi tariffari, ma correggere le distorsioni del mercato dei servizi professionali. Stop alla precarizzazione dei giovani e del lavoro autonomo

«Il principio dell’equo compenso non è un ritorno alle tariffe minime, ma un meccanismo di tutela che interviene laddove esiste uno squilibrio nei rapporti di forza contrattuale tra il professionista e committenti forti, quali banche, assicurazioni e P.A. e non rappresenta alcuno ostacolo alla concorrenza. La pronuncia dell’Antitrust contro l’equo compenso per i liberi professionisti conferma ancora una volta come l’Autorità garante sia lontana dal mondo reale». La presidente di Confprofessioni Emilia Romagna, Maria Pungetti, si schiera con fermezza contro la delibera dell’Autorità Garante della Concorrenza che boccia la norma sull’equo compenso per liberi professionisti e lavoratori autonomi contenuta nel Dl fiscale, in discussione alla Commissione Bilancio della Camera.

 

«Inoltre, – prosegue Maria Pungetti – la certezza di una retribuzione adeguata non soltanto costituisce un diritto sacrosanto di chi fornisce una prestazione lavorativa (peraltro sancito dagli articoli 1 e 36 della Costituzione), ma rappresenta una garanzia fondamentale per la qualità della prestazione stessa e, pertanto, ricade direttamente sugli interessi dell’utente finale, ovvero il cittadino. Soprattutto in tema di appalti pubblici». Particolare attenzione alla condizione dei professionisti più giovani, i più penalizzati secondo l’Agcom dall’eventuale entrata in vigore dell’equo compenso.

 

«Troviamo che la posizione assunta dall’Antitrust sia molto lontana dalle reali dinamiche del mercato del lavoro dei liberi professionisti. In realtà questi ultimi dieci anni di deregulation indiscriminata hanno abbattuto le prospettive di crescita per chi si avvicina alla libera professione, come dimostra il Rapporto 2017 sulle libere professioni in Italia dell’Osservatorio di Confprofessioni. In Emilia Romagna – spiega la presidente di Confprofessioni E.R. – i professionisti sotto i 40 anni sono circa 40 mila, e hanno un reddito medio (nella fascia di età 30 – 35) intorno ai 19 mila euro l’anno.

 

Se guardiamo in faccia la realtà il processo di liberalizzazione delle professioni, sbandierato come una conquista dal Garante, ha di fatto creato nuove forme di “precariato” tra i giovani professionisti, calpestando ogni diritto dei lavoratori autonomi, a cominciare dal principio costituzionale che sancisce il diritto di ogni lavoratore ad avere una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del proprio lavoro. Come sindacato datoriale è nostro compito continuare a lavorare affinché tale diritto non rimanga soltanto sulla carta».