Equo compenso, mai più pagamenti in ‘visibilità’ per i giovani liberi professionisti

La presidente di Confprofessioni Emilia Romagna Maria Pungetti: “L’emendamento rappresenta il riconoscimento di un diritto fondamentale e costituisce un elemento indispensabile ai fini della qualità e per la sicurezza degli utenti” Sono circa 40.000 i liberi professionisti sotto i 40 anni di età in Emilia Romagna secondo l’Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni (dati Isat).
La presidente di Confprofessioni Emilia Romagna Maria Pungetti: “L’emendamento rappresenta il riconoscimento di un diritto fondamentale e costituisce un elemento indispensabile ai fini della qualità e per la sicurezza degli utenti”

Sono circa 40.000 i liberi professionisti sotto i 40 anni di età in Emilia Romagna secondo l’Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni (dati Isat). Dovrebbero essere proprio i giovani a beneficiare maggiormente del principio dell’equo compenso introdotto nella legge di conversione del decreto fiscale con un emendamento approvato dalla Commissione Bilancio del Senato. Retribuzione adeguata alla prestazione lavorativa fornita, al di sotto della quale non si potrà scendere e che deve essere proporzionata alla qualità e quantità del lavoro. Dunque, mai più contratti capestro o prestazioni al massimo ribasso, o, peggio ancora, incarichi a titolo gratuito.

 

E’ proprio nella fase iniziale della carriera che si ha meno potere contrattuale e in cui, spesso, secondo una pratica ormai diffusa, si tende ad accettare incarichi al massimo ribasso se non addirittura a titolo gratuito. Una prassi nota, subita da molti appartenenti alla fascia di età tra i 18 e i 40 anni che, spinti dalla necessità di avviare la propria carriera, sono spesso costretti ad accettare condizioni di pagamento inadeguate.

 

I DATI – Molto significativi a tal riguardo i dati pubblicati nel Rapporto 2017 sulle libere professioni in Italia, stilato dall’Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni, secondo cui, in Emilia Romagna, i professionisti (almeno quelli appartenenti ai principali Ordini professionali) in età compresa tra i 30 e i 35 anni registrano un reddito medio annuo di 19.841 (dati AdEPP).

 

“Tutti i professionisti hanno diritto a un equo compenso – afferma Maria Pungetti, presidente di Confprofessioni Emilia Romagna (la confederazione che riunisce avvocati, architetti, ingegneri, medici, notai, dentisti, periti agronomi, geologi e tecnici) a margine del Congresso nazionale dei professionisti – Un diritto sacrosanto di chi fornisce una prestazione lavorativa (peraltro sancito dagli articoli 1 e 36 della Costituzione), e per il quale, insieme alla validità rispetto ad ogni tipo di committenza, abbiamo incentrato la nostra attività di confederazione e di sindacato datoriale durante questi anni”

 

“Inoltre, la certezza di una retribuzione adeguata – continua la Pungetti – non costituisce soltanto una tutela indispensabile per i liberi professionisti, ma rappresenta una garanzia fondamentale per la qualità della prestazione stessa e, pertanto, ricade direttamente sugli interessi dell’utente finale, ovvero il cittadino. Soprattutto quando – conclude la presidente regionale di Confprofessioni – parliamo di appalti pubblici. In tal senso basti pensare al caso limite di Catanzaro, dove recentemente è stato assegnato un appalto per l’urbanizzazione della città per 1 euro”.

 

La tutela, che si estende a tutte le libere professioni, anche quelle che non hanno un Ordine di riferimento, varrà per ogni tipo di committenza (Pa o privati) e coinvolgerà circa 132 mila persone nella sola Emilia Romagna, e segna una svolta nel mondo del lavoro e riempie, almeno in parte, il vuoto normativo lasciato dall’abolizione delle tariffe minime durante le liberalizzazioni bersaniane del 2006.

Sotto questo aspetto, l’emendamento è un primo e significativo punto di partenza, accolto con soddisfazione sia dalla politica che dalle parti sociali in causa, ma per i cui effetti reali bisognerà ancora attendere il buon esito dell’iter parlamentare.