Fondi europei, Italia ai primi posti per numero di finanziamenti a gestione diretta

Secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio Belgo-italiana l’Emilia Romagna è tra le Regioni più competitive. La presidente Pungetti: “La collaborazione tra liberi professionisti e Regione ha prodotto ottimi risultati per tutta la nostra catego “Ci sono ancora molti pregiudizi sulla nostra capacità di aggiudicarci i fondi europei, ma i dati affermano il contrario”.
Secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio Belgo-italiana l’Emilia Romagna è tra le Regioni più competitive. La presidente Pungetti: “La collaborazione tra liberi professionisti e Regione ha prodotto ottimi risultati per tutta la nostra catego

“Ci sono ancora molti pregiudizi sulla nostra capacità di aggiudicarci i fondi europei, ma i dati affermano il contrario”. Queste le parole di Lucia Sinigaglia, della Camera di Commercio Belgo-Italiana, a margine del corso di Europrogettazione promosso da Confprofessioni E.R. Secondo i dati elaborati da Matteo Lazzarini, Segretario generale della Camera di Commercio Belgo-Italiana, infatti, il nostro Paese si attesta al secondo posto dopo l’Inghilterra per progetti finanziati tramite fondi diretti. “Bisogna sottolineare, però, la differenza tra Fondi indiretti e Fondi diretti: – spiega Sinigaglia –  se è vero che le nostre aziende e i nostri professionisti hanno raggiunto un ottimo livello negli appalti e nei progetti europei, tanto da essere tra i primi in Europa; è altrettanto vero che nell’ambito dei fondi indiretti, ovvero quelli che l’Unione mette a disposizione delle Regioni, abbiamo ancora molte difficoltà”.

 

Tali risorse, destinate e gestite dalle regioni, infatti, non restano “non spesi”, pertanto vengono esauriti. Tuttavia la Commissione Europea effettua i controlli ed emergono irregolarità e frodi che portano le regioni a “restituire” i fondi a Bruxelles. Nell’ampia casistica riscontrata dalla Corte dei Conti italiana, la violazione della normativa sugli appalti continua a essere la tipologia prevalente e, in generale, l’intero settore rappresenta un’area ad elevata sensibilità relativamente alla presenza di errori e irregolarità.

 

A tal riguardo, nella Relazione annuale 2017 la Corte dei Conti italiana evidenzia che “la spesa irregolare da recuperare per i Fondi indiretti sia di 122,7 milioni di euro per il 2016 (ultimo dato disponibile). Di essa il 49,6%, si riferisce ai Fondi strutturali, il 50,4% alla Politica agricola e lo 0,03% alla Pesca. Nell’ambito delle irregolarità individuabili nelle Regioni, il cui importo complessivo è di 42,1 milioni di euro, le Regioni del Sud incidono per il 69,9%, quelle del Nord per il 24,3% e quelle del Centro per il 5,7%”.

 

“Ma questo non è certamente vero per la Regione Emilia Romagna, – afferma la presidente di Confprofessioni ER, Maria Pungetti – che operando in modo molto attivo ed attento risulta essere tra le più virtuose, sia in Italia che in Europa, proprio nell’utilizzo dei fondi indiretti”. Una tendenza che trova conferma anche nella ripartizione regionale dei progetti sui fondi diretti, che vede la Lombardia in testa, seguita da Lazio, Emilia Romagna e Toscana.

 

“Un’adeguata formazione dei liberi professionisti alla conoscenza dei meccanismi che regolano i finanziamenti europei, e alle relative modalità di utilizzo, è indispensabile. – continua la presidente di Confprofessioni E.R. – Il vero salto di qualità, però, lo vedremo quando i liberi professionisti parteciperanno anche alla scrittura dei bandi, sia in ambito regionale che  europeo, contribuendo, in quanto parte sociale, al processo decisionale, come da qualche tempo siamo riusciti a fare qui in Emilia Romagna, dove la collaborazione con l’Assessorato alle Attività Produttive, ha prodotto ottimi risultati per la nostra categoria”.

 

Un ruolo sempre più rilevante, quello degli autonomi, che la Commissione Europea in parte ha già riconosciuto, estendendo l’intervento dei Fondi europei anche ai liberi professionisti, e con l’Accordo di Partenariato 2014-2020 tra l’Italia e la Commissione Europea,  che evidenzia la necessità di sostenere il lavoro autonomo, ribadita dal Consiglio Europeo nel 2014 per fronteggiare la crisi che investe le libere professioni. A tal fine, molte regioni italiane hanno pubblicato bandi indirizzati agli studi professionali, relativi alle opportunità finanziarie dell’Unione Europea.