Confprofessioni Piemonte: Dopo dieci anni di crescita i professionisti calano del 4,3%

Presentato il 3° Rapporto sulle Libere Professioni in Piemonte a cura dell’Osservatorio di Confprofessioni. Presenti, tra gli altri, l’assessore regionale all’Istruzione e Lavoro, Elena Chiorino; l’assessore comunale al Lavoro e Attività produttive, Giovanna Pentenero; l’assessore ai Rapporti con il Consiglio regionale, Maurizio Marrone; il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella; e il presidente di Confprofessioni Piemonte, Walter Cavrenghi

La crisi innescata dalla pandemia infligge un duro colpo al mercato libero professionale piemontese. Dopo dieci anni di crescita, in cui il comparto è stato l’unico a registrare il segno più, i liberi professionisti della regione calano, in un solo anno, del 4,3% (ben oltre la media nazionale del 2,8%), passando dai 105 mila del 2019 ai 101 mila del 2020.

È quanto emerge dal 3° Rapporto sulle libere professioni in Piemonte, lo studio realizzato dall’Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni e presentato lo scorso 13 luglio, a Torino, dal  presidente di Confprofessioni Piemonte, Walter Cavrenghi, e dal responsabile dell’Osservatorio, Paolo Feltrin. Ai lavori hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore all’Istruzione, Lavoro e Formazione di Regione Piemonte, Elena Chiorino; l’assessore al Lavoro e Attività produttive del Comune di Torino, Giovanna Pentenero; l’assessore ai Rapporti con il Consiglio regionale, Maurizio Marrone; il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella; il vicepresidente del Consiglio Regionale del Piemonte, Daniele Valle; e Giovanni Montano dell’Osservatorio Mercato del lavoro Regione Piemonte.

«L’obiettivo di Confprofessioni è di tutelare la libera professione, spesso vissuta come privilegio. In realtà, i professionisti sono lavoratori come gli altri, che però in molti casi danno da vivere ad altri lavoratori», ha commentato il presidente Cavrenghi. «Vogliamo ringraziare la Regione Piemonte che ha dato importanza alle libere professioni riconoscendo Confprofessioni Piemonte come parte sociale».

La composizione del mercato libero professionale. Osservando il decennio 2011-2020, alla crisi del lavoro autonomo tradizionale si è contrapposta la dinamica dei professionisti risultata in forte crescita, non solo in Piemonte (+6,2%,), ma anche nel Nord Ovest (+5,6%) e in Italia (+14,4%). Nella regione sono aumentati i professionisti di area legale (+55%), amministrativa (+38%), sanitaria (20%) e dei servizi (22%). Segno negativo, invece, per l’area tecnica (-29%) e del commercio (-13%). Nel 2020, i professionisti piemontesi datori di lavoro sono oltre 15 mila (+5,7% rispetto al 2019), in netta controtendenza rispetto al Nord Ovest (-9,4%) e all’Italia (-7%). Nella regione diminuiscono, invece, quelli senza dipendenti (-5,8%).

Gender gap. L’analisi di genere evidenzia come la percentuale di libere professioniste laureate sia nettamente superiore a quella dei colleghi (81% contro 56%), un dato in linea con la media nazionale. Tuttavia, all’interno della libera professione persiste un forte divario nella composizione di genere a favore degli uomini. Il gap di genere risulta un fattore comune tra le regioni italiane, così come la relativa tendenza a ridursi tra le generazioni dei più giovani: nel 2020, in Piemonte le professioniste rappresentano soltanto il 22% nella fascia 55-64 anni e il 38% in quella 45-54 anni. Il gap si annulla, invece, nella fascia 35-44 anni con il 51% delle donne e il 49% degli uomini.

Aumentano gli over 45 ma calano i giovani. Nel decennio 2011-2020 il numero dei professionisti over 45 passa dal 48% al 55%, naturalmente a sfavore degli under 44 che dal 52% scendono al 45%. I giovani calano nei settori “Area tecnica” (-27,7%), “Veterinari e altre attività scientifiche” (-18,9%) e “Commercio, finanza e immobiliare” (-47,2%); mentre la crescita più significativa si riscontra per il settore “Area legale” (+22,5%).  

Divario reddituale. L’analisi sui redditi dei liberi professionisti piemontesi evidenzia un forte divario tra gli iscritti alla Gestione Separata Inps e quelli alle Casse di previdenza private associate ad AdEPP: 17 mila euro per i primi contro 40 mila euro per i secondi.

Al di sopra della media nazionale, infine, il gender pay gap. Se in Italia una libera professionista iscritta alle Casse private guadagna circa 20 mila euro in meno rispetto ad un collega maschio, mentre una libera professionista iscritta alla Gestione Separata Inps circa 5 mila euro in meno, in Piemonte, la prima ne guadagna circa 23 mila euro e la seconda quasi 6 mila in meno.

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