Sicilia, Confprofessioni: Accelerano gli over 45 ma i giovani perdono terreno

Presentato il 3° Rapporto regionale sulle libere professioni, a cura dell’Osservatorio di Confprofessioni. Tra gli ospiti, il presidente Miccichè e il sindaco Lagalla. Il neo eletto presidente di Confprofessioni Sicilia, Daniele Virgillito: «I dati svelano i nostri atavici punti di debolezza. Intensificato il confronto con il Governo siciliano»

Dopo il brusco contraccolpo causato dalla pandemia, che nel secondo trimestre del 2020 ha decretato la chiusura degli studi da parte di 14 mila professionisti, la Sicilia chiude il 2020 con un bilancio positivo. I liberi professioni dell’Isola tornano infatti ai numeri prepandemici, 77 mila unità (il 24,9% dei lavoratori indipendenti), un dato che conferma la crescita già registrata dal comparto nel 2019. Tuttavia, a spingere sull’acceleratore sono gli over 45 (+ 15,8% tra il 2019 e il 2020), mentre i giovani professionisti della regione continuano a perdere terreno (-0,6%), confermando il preoccupante trend nazionale.

Questa la fotografia scattata dal 3° Rapporto sulle libere professioni in Sicilia, lo studio realizzato dall’Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni e presentato oggi, venerdì 8 luglio, a Palermo presso Palazzo dei Normanni, dal neo eletto presidente di Confprofessioni Sicilia, Daniele Virgillito, alla presenza di Gianfranco Miccichè, presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana; Roberto Lagalla, sindaco di Palermo; Carmelo Frittitta, dirigente generale del Dipartimento regionale delle Attività Produttive; e della nuova Giunta esecutiva di Confprofessioni Sicilia.

Ad affiancare Virgillito (UNGDCEC) per il prossimo quadriennio saranno: Nicolay Catania (PLP), Valentina Crescimanno (Federnotai), Salvatore Burrafato (ANC), Ghiselda Pennisi (ANA), Giuseppe Trovato (ADC), Gaspare Patinella (ANCL), Noemi Lopez (FIMMG), Pierluigi Pettinato (INARSIND), Davide Cerami (ANDI) e Marco De Benedictis (ANF).

«Ci lasciamo alle spalle un biennio complesso che ci ha consentito, però, di porre fondamenta solide sulle quali costruire un nuovo percorso per la nostra Confederazione», afferma il neo presidente. «I dati del rapporto svelano i nostri atavici punti di debolezza alla quale si aggiungono gli esiti economici della pandemia che, purtroppo, stanno disegnando un futuro sempre più incerto soprattutto per i nostri giovani».

«Nei mesi trascorsi abbiamo intensificato il dialogo con il nostro governo siciliano registrando sensibilità e disponibilità al dialogo», continua Virgillito. «La presenza del Presidente dell’ARS Gianfranco Miccichè, le parole del sindaco Lagalla e la volontà di avviare uno stabile confronto tecnico, come anticipato da Carmelo Frittitta, ne sono testimonianza concreta e ci rendono particolarmente orgogliosi e propositivi per il prosieguo del nostro mandato».

La composizione del mercato libero professionale. Osservando il decennio 2011-2020, alla crisi del lavoro autonomo tradizionale si è contrapposta la dinamica dei professionisti risultata in forte crescita, non solo in Sicilia (+10,9%,), ma anche nel Mezzogiorno (+18,9%) e in Italia (+14,4%). Nel 2020 sono oltre la metà (58%) i liberi professionisti che operano nell’area delle attività professionali, scientifiche e tecniche, il 21% lavora nell’area della sanità, il 13% esercita la professione nell’area del commercio, finanza e immobiliare e il 7% nei servizi alle imprese. Risultano infatti in aumento sia i professionisti senza dipendenti che i professionisti in grado di creare lavoro dipendente: tra il 2019 e il 2020 si conferma infatti una tendenza di crescita pari a +18% per i datori di lavoro e +5,7% per i professionisti senza dipendenti.

Gender gap. L’analisi di genere evidenzia come, in Sicilia, la percentuale di libere professioniste laureate sia nettamente superiore a quella dei colleghi (91% contro 71%), un dato che si attesta al di sopra sia della media italiana (81%) che della media registrata dalle regioni del Mezzogiorno (88%). Tuttavia, all’interno della libera professione persiste un forte divario nella composizione di genere a favore degli uomini, nonostante la crescita registrata dalle donne negli ultimi dieci anni, dal 22% nel 2010 al 33% nel 2020. Il gap di genere risulta un fattore comune tra le regioni italiane, così come la relativa tendenza a ridursi tra le generazioni dei più giovani: in Sicilia le professioniste rappresentano il 46% nella fascia 15-34 anni ma il loro peso scende al 39% già nella fascia successiva 35-44 anni.

Aumentano gli over 45 ma calano i giovani. Analizzando invece i liberi professionisti fino a 44 anni si nota come, dal 2011 al 2019, sia presente una crescita in “Sanità e assistenza sociale”, “Veterinari e altre attività scientifiche” e “Commercio, finanza e immobiliare”; al contrario in calo risultano i professionisti giovani che operano in “Area legale”, “Area amministrativa”, “Area tecnica” e “Servizi alle imprese e altre attività”. In generale, il totale dei liberi professionisti giovani siciliani presenta un incremento pari a +4,0% (2011-2019) ma, come anticipato, una contrazione tra il 2019 e il 2020 pari a -0,6%; per l’Italia si osserva un calo sia nel lungo periodo (-1,0%) che nel breve periodo (-4,4%). Considerando i liberi professionisti di età superiore ai 45 anni si nota come la crescita, tra il 2011 e il 2019, sia presente in ogni settore per l’Italia, mentre in Sicilia cali l’“Area amministrativa”, l’“Area tecnica” e i “Servizi alle imprese e altre attività”. In tale periodo si assiste ad una crescita del +38,1% per l’Italia e a una lieve riduzione del -0,6% per la Sicilia. Complessivamente, tra il 2019 e il 2020, i liberi professionisti over 45 diminuiscono del -1,5% in l’Italia a fronte di una crescita, come preannunciato, del +15,8% nella regione.

Redditi, il divario territoriale e di genere. Infine, l’analisi sui redditi dei liberi professionisti sia iscritti alla Gestione Separata Inps che alle Casse di previdenza private associate ad AdEPP mostra come persista un forte divario territoriale, infatti, in media, un libero professionista del Nord iscritto ad una Cassa privata guadagna nel 2019 poco meno di 47 mila euro, mentre il collega che opera nel Mezzogiorno poco meno di 25 mila. In generale, risulta consistente anche il gender pay gap: in Italia una libera professionista iscritta alle Casse private guadagna circa 20 mila euro in meno rispetto ad un suo collega maschio, mentre una libera professionista iscritta alla Gestione Separata Inps circa 5 mila euro in meno. La Sicilia mostra differenze meno marcate rispetto alla media italiana, sebbene persistenti: una libera professionista iscritta alle Casse private guadagna infatti circa 12 mila in meno rispetto ad un suo collega maschio, mentre una libera professionista iscritta alla Gestione Separata Inps quasi 3 mila euro in meno.

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