Il Covid ha colpito duramente i livelli occupazionali del settore delle libere professioni. Ma a pagare di più il prezzo è l’occupazione al femminile, anche in Toscana.
E’ quanto rileva il VII Rapporto sulle libere professioni in Italia – Anno 2022 realizzato dalla Fondazione Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni, secondo cui rispetto al periodo pre-Covid (2018-19) il numero di liberi professionisti conosce un calo di circa 24mila unità, con una variazione negativa dell’1,7%; diminuzione che interviene tutta nel primo anno della pandemia (2020) risultando quindi molto intensa e concentrata.
L’intensità di tale calo è particolarmente elevata in Centro Italia e in particolare in Toscana (-3,7% sul triennio), dove colpisce pesantemente soprattutto le donne libere professioniste (-5,2%). Toscana che per altro se si considera quello che viene definito “bilancio di genere” figura solo al decimo posto in Italia e si ferma a un 33,5% di occupazione femminile nelle libere professioni contro il 39,8% del Lazio e il 39,5% dell’Emilia Romagna.
Il gap tra uomini e donne nelle libere professioni riguarda per altro tutte le fasce d’età e cresce al crescere dell’età: tra i più giovani, infatti, il bilancio di genere appare decisamente più equilibrato. Tuttavia, proprio nella generazione più giovane si registra negli ultimi anni un’inversione di tendenza: la quota di donne tra i giovani professionisti scende di 3 punti percentuali dal 2018 al 2021, segno che la recente crisi ha colpito in modo particolarmente duro questo segmento. Le donne nella fascia d’età centrale invece, che presumibilmente possono contare su una maggiore esperienza e su un’attività professionale consolidata, manifestano una capacità di tenuta nella crisi, risultando anzi in crescita anche nell’ultimo periodo, in controtendenza con i colleghi maschi di parità.
La presenza delle donne appare comunque in crescita in tutti i settori della libera professione e risulta particolarmente intensa nei settori della “Sanità” e “Assistenza sociale”, che vedono ormai una prevalenza della componente femminile (rispettivamente 51,4% e 80,9%). Anche nelle professioni legali la parità di genere è ormai raggiunta, con un’incidenza femminile pari a 50,8% nel 2020.