Apprendimento permanente, CESE: Diritto individuale dei lavoratori

Uno studio del Comitato Economico e Sociale Europeo afferma che l'apprendimento permanente garantirà posti di lavoro e standard di vita dignitosi, ma in assenza di un sistema standardizzato in tutta l'UE, non tutti i lavoratori avranno la possibilità di riqualificarsi e aggiornarsi nel corso della loro carriera

L’apprendimento e la formazione lungo tutto l’arco della vita dovrebbero essere garantiti come diritto individuale dei lavoratori e il dialogo sociale deve essere rafforzato: sono queste due delle principali raccomandazioni di uno studio del Comitato economico e sociale europeo (CESE) presentato in un’audizione pubblica il 29 giugno.

Nel suo intervento di apertura, Lech Pilawski, presidente dell’Osservatorio del mercato del lavoro (OML) del CESE, ha affermato che un impegno a favore dell’apprendimento e della formazione permanenti garantirebbe ai cittadini un lavoro, un tenore di vita dignitoso e la possibilità di affrontare le sfide della transizione verso un’economia verde e digitale.

Il mercato del lavoro dell’UE ha subito una profonda trasformazione per quanto riguarda i tipi di competenze necessarie, l’organizzazione del lavoro e i rapporti tra lavoratori, imprese e organizzazioni della società civile. Le sfide che i lavoratori e le imprese devono affrontare a causa di questi cambiamenti sono state esacerbate dalla pandemia COVID-19 e dalla guerra della Russia contro l’Ucraina.

Lo studio “Il lavoro del futuro: garantire l’apprendimento permanente e la formazione dei dipendenti” ha esaminato le sfide e le tendenze del mercato del lavoro, ha raccolto esempi di buone pratiche e ha formulato raccomandazioni per incoraggiare i Paesi membri dell’UE e le aziende a integrare meglio l’apprendimento permanente e la formazione sul posto di lavoro.

Lo studio ha esaminato la situazione in 12 Paesi dell’UE. Ha raccolto buone pratiche come esempi di raccomandazioni, come la garanzia dell’apprendimento permanente e della formazione come diritto dei lavoratori.

Lo studio ha rilevato che non esiste un sistema standardizzato in tutta l’UE per garantire a tutti i lavoratori l’opportunità di riqualificarsi e aggiornarsi nel corso della loro carriera. Occorre inoltre rafforzare il dialogo tra governi, imprese, parti sociali e altre organizzazioni della società civile.

 

Maggiori informazioni