Cresce lo stress da lavoro correlato

L’Agenzia europea per la salute e la sicurezza lancia l’allarme Problemi muscoloscheletrici, disturbi psicosociali, quali stress, depressione ed ansia. Sono questi i principali rischi che si corrono sul luogo di lavoro, secondo un sondaggio condotto dall’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro in 27 Paesi dell’Ue (ESENER-PSR, the European Survey on New
L’Agenzia europea per la salute e la sicurezza lancia l’allarme

Problemi muscoloscheletrici, disturbi psicosociali, quali stress, depressione ed ansia. Sono questi i principali rischi che si corrono sul luogo di lavoro, secondo un sondaggio condotto dall’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro in 27 Paesi dell’Ue (ESENER-PSR, the European Survey on New and Emerging Risks – Psychosocial Risks, 2009). Secondo l’indagine che è stata presentata recentemente al Parlamento europeo, depressione e ansia toccano picchi particolarmente elevati soprattutto tra i lavoratori nella fascia d’età dai 25 ai 44 anni. Tra le cause principali dietro i disordini psicosociali vi sono la precarietà del lavoro, l’aumento della flessibilità, l’intensificarsi dei ritmi di lavoro, la complicazione delle relazioni lavorative (aumento dei casi di bullismo e mobbing), la diffusione delle nuove forme contrattuali e l’incertezza lavorativa.
L’impatto economico dello stress da lavoro correlato varia tra i diversi Stati dell’Ue, anche se si può osservare che in generale questo è in aumento negli ultimi anni. Ad esempio, in Francia lo scorso anno si sono spesi dai 2 ai 3 miliardi di euro, prendendo in considerazione spese mediche, spese dovute all’assenteismo ed addirittura spese per morti premature. In base ad uno studio condotto nel 2002, nell’Ue a 15 Stati membri i costi per tali disturbi sono stati il 4% del Pil, ammontando a circa 265 miliardi di euro annui. Si tratta di una spesa che ricade non soltanto sull’individuo o sul datore di lavoro, ma anche sulla società nel suo insieme.
Per porre un argine a tale fenomeno, l’Agenzia Europea per la salute e la sicurezza sul lavoro ha esortato gli Stati membri ad agevolare la collaborazione tra le parti sociali e ad adottare delle misure preventive; la prevenzione, infatti, rimane il principio guida della legislazione europea sulla sicurezza sul lavoro. Nonostante i buoni risultati raggiunti in tema di salute e sicurezza sul lavoro, infatti, la strada da percorrere è ancora lunga. Più di un terzo dei lavoratori europei sostiene che il lavoro ha un impatto negativo sulla loro salute e che soltanto il 58% della popolazione in Europa afferma di essere in grado di poter svolgere lo stesso lavoro fino al compimento del sessantesimo anno d’età (European working conditions survey, 2005). In linea con la strategia Europa 2020, l’Ue deve fare pieno uso della sua forza lavoro per poter vincere la sfida della competizione globale, ma per raggiungere tale obiettivo è necessario migliorare la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro.
 

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