Il Parlamento spinge sulla mobilita’

Il 48% dei cittadini pensa di cercar lavoro fuori dal proprio Paese d’origine Attualmente soltanto il 2,3% dei cittadini europei risiede in uno Stato membro diverso da quello d’origine, tuttavia si stima che circa il 17% degli europei lavorerà in un altro Paese nel prossimo futuro e addirittura è del 48% la quota di coloro
Il 48% dei cittadini pensa di cercar lavoro fuori dal proprio Paese d’origine

Attualmente soltanto il 2,3% dei cittadini europei risiede in uno Stato membro diverso da quello d’origine, tuttavia si stima che circa il 17% degli europei lavorerà in un altro Paese nel prossimo futuro e addirittura è del 48% la quota di coloro che pensano di dover cercare lavoro fuori dal proprio Paese d’origine. La commissione occupazione ed affari sociali del Parlamento europeo ha avuto un primo scambio di opinioni sulla bozza di risoluzione presentata dal Partito Popolare europeo riguardo la mobilità dei lavoratori nell’Unione. La commissione ha posto l’attenzione in modo particolare sull’eliminazione di tutte le barriere e sul rispetto del principio di non discriminazione nella libertà di movimento dei lavoratori.

Nonostante la legislazione europea preveda diversi programmi ed iniziative per promuovere la libertà di circolazione dei lavoratori, ancora numerose sono infatti le barriere alla piena realizzazione di questo diritto fondamentale, tra queste sicuramente vi sono la mancanza di riconoscimento dell’esperienza maturata in un altro Stato membro ed i ritardi nel processo di riconoscimento dei titoli.

Con tale relazione il Parlamento vuole portare all’attenzione della Commissione europea la promozione della mobilità attraverso una strategia a lungo termine, comprensiva e multidisciplinare per rimuovere tutte le barriere legali, amministrative e pratiche. Per raggiungere un tale ambizioso obiettivo è richiesta la collaborazione dei servizi pubblici d’impiego nazionali, del sistema e della rete EURES. Infine, come già accaduto per il dossier sul mercato unico, anche qui si auspica la creazione di un passaporto europeo delle competenze.

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